SANITÀ

Cliniche, c'è il contratto ma i privati non firmano

Il budget resta invariato rispetto a quello dello scorso anno: 711 milioni per la sanità accreditata. Rimangono fuori le prestazioni per le liste d'attesa. Dopo mesi di trattative la Regione vara l'accordo senza l'avallo (non vincolante) delle associazioni di categoria

Non un euro in più alla sanità privata. Il budget per l’anno in corso resta immodificato rispetto a quello del 2021, ovvero 711 milioni messi sul tavolo dalla Regione Piemonte per pagare le prestazioni fornite da cliniche e laboratori privati accreditati. Resta, ovviamente, fuori dal computo il lavoro svolto dai privati, su richiesta della stessa amministrazione regionale, per ridurre le liste d’attesa.

Il contratto, da ieri con l’approvazione in giunta della delibera è messo nero su bianco anche se con parecchi mesi di ritardo e senza le firme delle associazioni che rappresentano le strutture accreditate. Che si arrivasse a un atto da parte dell’ente senza il formale avallo della controparte (previsto, ma non vincolante) era quasi scontato: nei mesi scorsi dai privati erano arrivati segnali chiari nei confronti della Regione circa l’intenzione di non sottoscrivere l’accordo se non fossero state accolte alcune richieste, non solo di ordine economico.  

Le istanze vertevano, per esempio, sull'eliminazione del blocco alla fornitura di prestazioni a pazienti residenti in altre regioni. Tra posizioni più rigide, come nel caso dell’Aris che, presieduta da Josè Parrella rappresenta le strutture di natura religiosa e un poco più morbide nel caso dei “laici” riuniti nell’Aiop guidata da Giancarlo Perla, le auspicate (dall’assessore Luigi Icardi) firme alla fine non sono arrivate. Formalmente nulla cambia, la cifra stabilita è quella, così come i criteri e le regole. Non paiono neppure all’orizzonte ricorsi, peraltro paventati nei mesi passati, contro la decisione della Regione. Un braccio di ferro morbido, insomma. E, forse, un segnale per eventuali future trattative che, vista la situazione ancora molto critica sul fronte delle liste d’attesa e della penuria di personale, potrebbero prospettare un futuro in cui il peso del privato accreditato nella sanità piemontese potrebbe aumentare, avvicinandosi ad altre regioni del Nord. 

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