GRANA PADANA

"Basta con scelte prese da pochi, ora alla Lega serve un congresso"

Il duro j'accuse di Tiramani, epurato dalle liste, contro i vertici del partito: "Abbiamo messo da parte le nostre storiche battaglie per diventare la brutta copia di Fratelli d'Italia". E infilza quei dirigenti "incapaci di vincere nel loro comune". Suonare a Molinari

“Ognuno dice quel che ritiene, io guardo i numeri e non aver nemmeno fatto il 10 per cento è un pessimo risultato”. Il post di Paolo Tiramani compare appena dopo che Matteo Salvini ha concluso la conferenza stampa in cui, non negando l’insoddisfazione della Lega per l’esito delle urne, il segretario non ha minimamente fatto cenno a una messa in discussione della linea, tantomeno della sua leadership. 

Tiramani, deputato uscente e non ricandidato, affida a facebook la sua amarezza, anche la sua rabbia, ma soprattutto quelle critiche che sarà da vedere in che quantità emergeranno dalla coltre che ha avvolto l’azione del Capitano alla guida dell’ultimo partito leninista. Un partito che in questa sua peculiarità spiega il muro contro cui l’ormai ex parlamentare, sindaco di Borgosesia, sferra una rumorosa picconata. “Questa tornata elettorale – scrive l’ex parlamentare epurato – è andata molto male, per scelte non condivise con il territorio in primis, decise da poche persone nella stanza dei bottoni. Persone che negli ultimi anni sono stati incapaci addirittura di vincere le elezioni del proprio comune”. Ogni riferimento all’alessandrino Riccardo Molinari, numero della Lega in Piemonte e a Montecitorio, è puramente voluto.

Tiramani, solo stizza o anche la volontà di continuare la battaglia all’interno del partito? E in che modo?
“Bisognerebbe fare delle analisi che portino a un congresso. Nessuno lo ha detto prima delle elezioni per non danneggiare il partito, adesso credo che si possa dire. Sono anni che non si fanno i congressi e lo dico io che sono segretario e commissairo provinciale da sei anni e sono pronto a farmi da parte. Lo facciano anche altri”.

Subito il guanto si sfida.
“Io dico come la penso, alla luce del sole. Altri non so”.

Dove ha sbagliato Salvini e gli errori sono solo al vertice?
“Noi non abbiamo più parlato dei nostri temi storici, a partire dall’autonomia che adesso tutti sbandierano. Ci siamo sovrapposti al sovranismo di Giorgia Meloni e ne siamo diventati la brutta copia. Basta?”

Però non è che è mancata una, anzi più voci critiche all’interno della Lega? Qualcuno che sul pullman dicesse al guidatore: guarda che stai andando verso il burrone inseguendo i Fratelli d’Italia.
“Quando tutti dicono che la Lega è l’ultimo partita leninista, dicono una cosa vera. Non c’è grosso dialogo all’interno. Io ho sempre cercato di porre i miei dubbi in maniera non appariscente, ma con un contatto diretto, ho parlato anche con Salvini. Ho espresso il mio pensiero nelle sedi opportune. Oggi dico che per dare una nuova spinta ci vogliono congressi provinciali, regionali e federale”.

Nel post lei fa riferimento a delle lettere, di che si tratta?
“Sono successe cose spiacevoli. Non è concepibile che un parlamentare uscente non venga ricandidato e la cosa non sia comunicata dal segretario regionale, motivata con delle spiegazioni”.

Riccardo Molinari non l’ha chiamata?
“Molinari non lo sento da due mesi. La cosa che mi ha dato ancora più fastidio è che in seguito alla mia mancata ricandidatura mi è stato chiesto da una parte minoritaria del direttivo provinciale di dimettermi e poi sette o otto persone hanno scritto una lettera in cui si sosteneva la necessità delle mie dimissioni. Una di queste, a cui ho chiesto le ragioni di quella lettera, mi ha risposto che gli era stato chiesto da Molinari”.

Un complotto per farla fuori? 
“Sono una persona franca, se Molinari in questi anni ha avuto problemi con me avrebbe dovuto parlarmene. Invece non l’ha mai fatto”.

Dopo tutto questo resta nella Lega?
“Io sono in Lega da ventun anni. È stato detto che volevo passare in un altro partito”.

Già, in Fratelli d’Italia.
“Esatto. E io avevo chiesto a Molinari di smentire questa voce infondata, ma lui aveva risposto che non era il caso. Invece poi è stata l’arma per escludermi dalle candidature. Detto questo resto nella Lega e voglio combattere la battaglia dall’interno. Immagino che non mi faranno vivere giorni facili.

Serve un cambio al vertice del partito?
“Fino a pochi mesi fa pensavo che Salvini dovesse fare pulizia attorno a sé di quelle persone che lo hanno mal consigliato e poi portato a questo risultato. Oggi non lo so se siamo in un coma irreversibile oppure no, certamente qualcosa deve succedere”.

Ancora qualche sasso nella scarpa? 
“Come ho detto mi aspettavo che Molinari mi chiamasse per spiegare e motivare la mia esclusione. Mi sono sempre comportato bene e sempre ottemperato agli obblighi di un parlamentare. Sapere che ci sono miei colleghi che a questi obblighi non ottemperano...”.

Parla dei versamenti dei contributi al partito, giusto?
Proprio così. E nonostante continuino a non rispettare gli impegni sono stati ricandidati e forse torneranno in Parlamento. È una cosa difficile da comprendere”.

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