Dr all'ex Bertone, occasione per l'indotto

C’è ancora l’auto nel futuro dello stabilimento Maserati di Grugliasco. D’altra parte Massimo Di Risio è recidivo nel senso che già provò a entrarci quando Bertone era sul mercato, ma poi arrivò Sergio Marchionne e le cose andarono diversamente. O meglio, ci arrivò Marchionne grazie a un’accorta strategia dell’allora sindaco di Torino, Sergio Chiamparino e del suo vice, il cislino Tom Dealessandri, che tra una partita a scopone e una pizza accompagnati da ragionamenti di prospettiva futura per Torino, convinsero l’allora numero uno del Lingotto ad acquisire lo stabilimento di corso Allamano.

Sapendo che buona parte del management Fiat era contrario poiché in una situazione già di crisi si ampliava la platea dei lavoratori. Fu però un’operazione sindacalmente e socialmente apprezzabile in quanto faceva emergere un meccanismo di solidarietà tra lavoratori salvandone mille e ridistribuendo il sacrificio, attenuandolo, su un numero molto più ampio. Un po’ come avvenne negli anni ’90 con la chiusura della siderurgia che venne spalmata sull’aerospaziale causando poi le vertenze con esuberi del 1993 e 1995, chiuse comunque bene dal sindacato torinese in primis. 

Ci fu una grande visione nell’opera dei vertici del Comune di Torino perché in quel modo si chiudeva una delle due grandi vertenze presenti sul territorio dando lavoro e occupazione agli oltre mille addetti della Bertone che era praticamente fallita. Rimase in piedi la vertenza Pininfarina che, purtroppo, sappiamo come è andata a finire anche grazie alla incapacità delle giunte successive, del governo pentastellato e regionale che non furono in grado di preservare lo sviluppo dell’auto elettrica prodotta a Bairo dandole una prospettiva di mercato e occupazionale. Forse anche perché, almeno a Torino, con l’arrivo della nuova 500, il car sharing fu monopolizzato da Fca.

DR è un marchio in crescita con una forte proposta innovativa del prodotto e con una strategia commerciale basata sulla componentistica cinese, ma i motori sono austriaci. Avere alle spalle l’industria automobilistica cinese è di per sé una garanzia fondamentale in quanto non esportano modelli ma componenti con cui si inseriscono sul mercato europeo attraverso quello italiano; ciò è accompagnato da una politica aggressiva e competitiva sui prezzi. Sicuramente necessiterà di una buona rete di assistenza post vendita che ora manca.

Quindi, dopo i tentativi falliti di acquisire lo stabilimento di Termini Imerese, ora, grazie a collaborazioni e acquisizioni già realizzate nel mondo Stellantis, sembra che ci sia la possibilità concreta di acquisire la Maserati di Grugliasco, uno stabilimento con una capacità produttiva di 40mila vetture all’anno a regime su tre turni. Questa scelta sarebbe di ottimo auspicio per l’area metropolitana torinese e consentirebbe di assorbire alcune centinaia di lavoratori da rioccupare nell’automotive, considerando che Stellantis ha reinserito tutti i dipendenti del sito grugliaschese a Mirafiori.

Sarebbe anche un’opportunità per l’indotto torinese per acquisire ordini magari rendendo DR un po’ meno dipendente dai cinesi e un po’ più italiana. Anche perché il Piemonte non risente molto dal punto di vista delle esportazioni della crisi creata dal conflitto in Ucraina. Ovviamente ne risente dal punto di vista dei costi dell’energia e anche in parte della speculazione sulle materie prime. Questo è confermato dai dati dell’Ires, il quale ritiene che “il 2021 è stato anche l’anno del rimbalzo per il comparto manifatturiero piemontese”.

Allora a margine dell’assemblea degli Industriali torinesi e delle loro richieste, tendenzialmente condivisibili, sorge una necessità: occorre trasformare redditività dell’impresa e liquidità accresciuta in investimenti, innovando i processi prima ancora del prodotto per favorire la crescita della produttività insieme ai salari. Sono ancora troppo poche le aziende che investono e i dati Ires lo confermano. Perché qualcuno crederà mica alla favola che se anche gli industriali si sono accorti che in Italia esiste un problema salariale, gli aumenti li regaleranno?

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