POLITICA & GIUSTIZIA

Csm, tra le ultime nomine il vertice del Tribunale di Torino

In attesa dell'indicazione dei dieci componenti laici, il plenum uscente di Palazzo dei Marescialli affronta alcune promozioni. Per la presidenza degli uffici di corso Vittorio Emanuele spiccano il procuratore di Aosta Fortuna e il sostituto pg in Cassazione Pratola

Avanti adagio. In attesa che si diradi la nebbia politica sulle candidature dei 10 componenti laici del Csm, che il Parlamento in seduta congiunta inizierà a votare dal 13 dicembre, a Palazzo dei Marescialli la consiliatura uscente e in regime di prorogatio ha deciso di procedere soltanto se si raggiunge l’unanimità, per correttezza istituzionale, all’espletamento delle previste nomine del vertice della Procura di Firenze, della Presidenza del Tribunale di Torino e del nuovo Procuratore Generale di Bologna. Una ventina complessivamente i candidati alla successione all’ex Procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, il magistrato giudicato responsabile di molestie sessuali ai danni di una collega e condannato dal Csm a una pena irrisoria, cioè la perdita di due mesi di anzianità di servizio. Per la successione, si diceva, tre magistrati già in servizio in Toscana: l’attuale Procuratore aggiunto fiorentino Gabriele Mazzotta, il Procuratore capo di Arezzo Roberto Rossi e il Procuratore capo di Livorno Ettore Squillace Greco. Fra gli altri candidati figurano il Procuratore aggiunto di Roma Rodolfo Sabelli, il componente italiano di Eurojust Filippo Spezia, ed i Procuratori di Cremona, Pellicano, di Foggia, Vaccaro, di Crotone, Capoccia, di Terni, Liguori, di Nuoro Patrizia Castaldini.

Per la Presidenza del Tribunale di Torino figurano fra gli altri candidati il Procuratore di Aosta Paolo Fortuna e Gianluigi Pratola sostituto Procuratore Generale presso la Cassazione. A Bologna per la successione al Procuratore generale Ignazio De Francisci, dopo la revoca della domanda da parte del Procuratore di La Spezia, Antonio Patrono, sarebbe in pole position l’attuale reggente Lucia Musti. Fra Palazzo dei Marescialli e Quirinale si prevede che le elezioni dei 10 componenti laici faranno slittare a gennaio l'insediamento del nuovo Csm, con i 20 togati già eletti il 19 settembre e attualmente in stand-by, perché con la concomitante approvazione della legge di bilancio non è preventivabile che il nuovo organo di autogoverno della magistratura si riunisca alla vigilia di Natale o di Capodanno per procedere alla prima essenziale nomina interna: quella del Vice Presidente, che comporta un confronto e un accordo fra le forze politiche e tutti i componenti del Csm. Sul piano politico, più che i nomi dei candidati fino adesso presentatisi - pubblicati sul sito della Camera - filtra soltanto l'accordo per la ripartizione dei componenti laici: sette alla maggioranza (tre a Fratelli d'Italia, due ciascuno a Forza Italia e Lega) e tre alle opposizioni.

Per FdI sarebbe in prima fila il penalista palermitano Roberto Fabio Tricoli, già vicepresidente del Csm militare. Fratelli d’Italia avanza inoltre anche la candidatura dell’Avvocato Nino Lo Presti, militante storico della destra, più volte parlamentare nazionale e già componente del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana. Forza Italia candida Antonio Ciarambino, già presidente dell'Ordine degli avvocati di Foggia e candidato berlusconiano al Senato alle ultime elezioni. Tra le altre candidature fino adesso avanzate figurano quelle di Cristiana Coviello, cassazionista esperta in diritto di famiglia e componente dell’Osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne; l’avvocato sassarese Ivano Lai, già legale del cardinal Becciu; l’avvocato cosentino Francesco Luigi Pingitore, esperto di diritto dell'impresa e l’avvocato amministrativista romano Adriano Tortora, docente all’Unilink di Catania. L’impressione prevalente è che i veri candidati dei partiti debbano ancora essere scelti sulla base di accordi che ne consentano la rapida elezione da parte del Parlamento.

print_icon