TRAVAGLI DEMOCRATICI

Ricci, la politica vien mangiando
(ma resta il rebus del congresso)

Il sindaco di Pesaro fa tappa a Collegno per il suo tour in cerca di consensi. La rete di amministratori locali per dare forza a una candidatura che ancora non c'è. Da Renzi a Bettini e Orlando, così la sua "barra" si è spostata a sinistra

A casa della famiglia Del Santo, questa sera, si prepara polenta, ma il piatto forte neanche a dirlo sarà il congresso del Pd. Nel giorno in cui il suo tour tra politica ed enogastronomia approda a Collegno, alle porte di TorinoMatteo Ricci devia verso Ciriè dov’è in corso l’assemblea di Ali Piemonte, la rete delle autonomie locali o per dirla più chiaramente l’associazione che racchiude i sindaci di centrosinistra di cui Ricci è presidente. Si conclude il mandato di Federico Borgna, che ormai non è più sindaco a Cuneo, inizia quello di Elena Piastra, prima cittadina di Settimo Torinese. È questo il bacino da cui Ricci vuole attingere in vista del congresso: è l’Italia dei campanili e ogni campanile ha un sindaco e i sindaci, ormai, sono gli unici a sinistra che vincono ancora qualche elezione.

Lui, primo cittadino di Pesaro dal 2014, sta girando in lungo e in largo l’Italia a “Pane e Politica”. Il format è quello già visto nei precedenti incontri in Lombardia, Sicilia, Basilicata e Veneto: la cena a casa di una famiglia, un confronto che viene trasmesso sui social con la possibilità ai follower di interloquire. Così tra una pietanza e l’altra si fa il congresso. Ad apparecchiare la tavola, nei giorni scorsi, ci ha pensato il sindaco di Collegno Francesco Casciano e in particolare la sua assessora Clara Bertolo. Collegno, si sa, è considerata ancora una enclave della sinistra italiana, storico feudo del Pci, una delle poche città ad essersi spinta a dedicare una piazza a Ernesto Che Guevara. La cornice perfetta per un (forse) candidato impegnato a riesumare le sue radici diessine: “Ora la barra del partito deve stare a sinistra”.  

A ospitarlo saranno Marco Del Santo e Michela Serra, votano a sinistra ma non sono iscritti a nessun partito. “Ci dovrà convincere” dice lui, mentre ancora è in ospedale per il suo turno da infermiere al Martini. E per farlo Ricci tirerà fuori le sue “dieci idee” per il Pd, una sorta di vademecum o piattaforma programmatica, come si dice da quelle parti, con cui mira a scalare il partito di cui è stato vicepresidente quando il segretario era Matteo Renzi. Una stagione che sembra ormai trapassata e oggi per Ricci è il tempo dell’abiura: “Renzi ha tradito i suoi elettori per la carriera personale” dice, nonostante ne sia stato uno dei principali sostenitori, così come Dario Nardella, che ne ha preso il testimone a Palazzo Vecchio, o Stefano Bonaccini che è stato a capo della campagna di Renzi nel 2013. “Io ho sempre collaborato lealmente con qualunque segretario, che sia stato Piero Fassino, cui mi lega un rapporto di profonda stima e amicizia, Walter Veltroni o Nicola Zingaretti” prosegue Ricci che pare aiutato nella sua corsa da Claudio Mancini, uno dei capataz del partito romano e tra gli uomini più vicini al sindaco Roberto Gualtieri, mentre alle sue spalle si staglia l’ombra di Goffredo Bettini, il teorico del campo largo con il M5s. Non solo: voci sempre più insistenti danno in avvicinamento anche il pluriministro Andrea Orlando che pure oggi si è intrattenuto per un colloquio frugale in Parlamento con Elly Schlein che la sua candidatura dovrebbe lanciarla domenica al circolo Arci Monk di Roma. Insomma, che pure Ricci, paladino delle fasce tricolore sia finito nel vortice delle correnti? “Io sto facendo il mio tour grazie a una fantastica rete di amministratori generosi con i quali ho collaborato in tutti questi anni” si limita a dire, già pronto a lasciare Collegno per andare in Umbria. Ieri il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha proposto una suggestione: una direzione nazionale del Pd composta per metà da sindaci e amministratori locali; Ricci è d’accordo? “Stefano è un amico e su questo con me sfonda una porta aperta”. Però pare stia con Bonaccini e anzi stia portando Nardella tra le sue braccia. “Si vedrà” glissa Ricci nel suo colloquio con lo Spiffero.

Il 16 dicembre è invece in programma un evento a Roma in cui il sindaco di Pesaro potrebbe sciogliere le sue riserve o forse no – “in fondo c’è tempo fino a gennaio” dice – mentre c’è addirittura chi lascia filtrare l’ipotesi di un suo ticket con Schlein. Il partito dei sindaci? “È una grossa sciocchezza – dicono i suoi – i sindaci sono tanti e non stanno tutti con Nardella e Bonaccini”.

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