FINANZA & POTERI

Cirio e Lo Russo dormono, Palenzona prenota la Crt

A dispetto delle intenzioni, governatore e sindaco non hanno un'idea (e soprattutto un nome) per la successione di Quaglia alla guida della fondazione torinese. Il patto con Profumo e i piani del camionista di Tortona sull'Acri. E per Cr Alessandria è pronta Leddi

L’ha sempre considerata un po’ il cortile di casa, cui continuare a dare un occhio anche quando accumulava innumerevoli cariche nel mondo della finanza e dell’impresa. Adesso per Fabrizio Palenzona sembra davvero arrivato il momento di varcare il cancello di via XX Settembre e accomodarsi sulla poltrona che Giovanni Quaglia dovrà abbandonare lasciando svanire il flebile sogno di continuare a presiedere la Fondazione Crt.

In fondo, il “camionista” di Tortona da lì è partito per fare il suo ingresso nei sancta sanctorum del sistema economico poggiando la sua possente mole ora sulle autostrade dei Benetton e quindi all’Aiscat, ora al vertice di Unicredit e poi agli Aeroporti di Roma e in un sacco di altri luoghi dove si decide e si guadagna denaro e potere. Un ritorno a casa che prelude però a un’altra conquista: la guida dell’Acri, l’associazione delle fondazioni di origine bancaria e delle casse di risparmio, regno incontrastato per poco meno di quattro lustri del grande vecchio della finanza bianca, Giuseppe Guzzetti. Scettro ceduto, obtorto collo, all’attuale presidente della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo, a sua volta destinato a passare la mano in coincidenza con la fine del mandato in corso Vittorio Emanuele nella primavera del 2024.

Il banchiere che nacque politico e di cui raramente si ricorda il suo lungimirante abbrivio – da sindaco di Tortona con una giunta “anomala” Dc-Pci – a chi gli chiedeva lumi sul destino della cassaforte subalpina ha sempre risposto che se si fosse trovata la figura giusta bene, altrimenti non avrebbe affatto escluso la possibilità di un suo impegno diretto, ovviamente con largo consenso. Ad oggi quella figura neppure pare profilarsi. A dispetto dei propositi dichiarati a tavola al ristorante La Mina lo scorso luglio, né Alberto CirioStefano Lo Russo pare abbiano finora battuto colpo, alimentando il sospetto che l’inquilino di Palazzo di Città sia stato contagiato dal dirimpettaio di piazza Castello dalla sindrome dell’opossum. Del resto, se il governatore è tradizionalmente refrattario a giocare su scacchieri che padroneggia poco, il sindaco non è ancora sufficiente “strutturato” (e mal consigliato) per riuscire a svolgere il ruolo di pivot in partite cruciali e che presuppongono strategie e “accreditamenti” ai livelli più altri dell’establishment cittadino (e non solo). “Per ragioni diverse sono due parvenu che mostrano notevole difficoltà e quasi imbarazzo a muoversi in certi ambienti”, spiega con una punta di malizia un consigliere della fondazione.

Furbizio non è certo uno che dorme e semmai, quando lo fa, un occhio lo tiene sempre aperto. Gli basta quello per vedere che sulla Crt, ad oggi, non c’è concorrenza. Quanto agli effimeri desiderata di Quaglia, l’attuale presidente ha messo le penne sul fuoco quando decise di appoggiare Caltagirone nella fallita scalata alle Generali. Si racconta che Big Fabrizio apprese, con incredulità inziale e successivo forte disappunto, della decisione di quello che per molti anni fu un suo fedelissimo durante un viaggio in auto verso Lourdes. Neppure un miracolo, a quel punto, avrebbe potuto evitare il gelo che sarebbe infatti subito calato tra Palenzona e l’ex presidente della Provincia di Cuneo, entrambi legati da comune origine democristiana, ma ormai separati da scelte divergenti. Entrare da nuovo padrone di casa non sarà un problema per l’uomo che nei decenni ha costruito rapporti e alleanze, piazzando suoi uomini ovunque (in Crt il suo principale pretoriano è Corrado Bonadeo, consigliere di indirizzo, pure lui tortonese).

Se poi si aggiunge la concreta eventualità di una sorta di patto con Profumo per agevolare, grazie anche ai buoni uffici di Palenzona che vanta ottime entrature nel centrodestra di governo, i desiderata dell’ex ministro verso la presidenza di Cassa Depositi e Prestiti il cerchio sembra chiudersi con al centro, ancora una volta lui, il figlio politico partorito in età avanzata dalla Balena Bianca che ha mostrato d’aver perfettamente appreso l’arte di inabissarsi quando le circostanze lo richiedono e di riemergere al momento giusto. E se gli spruzzi che annunciano il suo arrivo in via XX Settembre rappresentano l’ennesimo schiaffo all’orgoglio sabaudo (un alessandrino, dopo un cuneese, a custodire la Fort Knox torinese), Palenzona ha deciso di dirottare verso Alessandria colei che per qualche tempo è sembrata la possibile alternativa per l’ente torinese.

Maura Leddi, pure lei tortonese e sua coetanea (classe 1953), antiche origini socialiste, già senatrice dell’Ulivo, ma soprattutto ex segretario generale della Crt dal 2001 al 2006, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia e già capo di gabinetto del governatore Enzo Ghigo nel periodo preolimpico, non tornerà sotto la Mole, essendo per lei pronta da qui a tre anni la poltrona di presidente di un’altra fondazione, quella della Cr Alessandria. La successione al notaio Luciano Mariano (anch’egli palenzoniano di provata fede) al suo secondo mandato appare ormai cosa certa e agevolata, oltre che dal profilo professionale, non meno dal ritorno del centrosinistra al governo della città.

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