LA SACRA RUOTA

Stellantis aumenta gli stipendi, in Francia (mentre i sindacati italiani parlano d'altro)

Accordo sull'incremento dei salari del 5,3% negli impianti d'Oltralpe per contrastare l'inflazione. "È prevalso il buon senso". In Italia tutto fermo, con le organizzazioni dei lavoratori che oggi incontreranno i vertici del gruppo su orari e smart working

Stellantis aumenta gli stipendi degli operai, in Francia. Perché in Italia i sindacati, al contrario dei colleghi d’Oltralpe, per ora s’impuntano e non trattano. La notizia dell’incremento salariale negli impianti francesi, data per primo dal quotidiano dell’area dei Pirenei L’Indipendant, ha avuto non a caso poca o nulla eco in Italia dove i sindacati concentrano la loro azione sul Governo accusando il ministro Adolfo Urso di riconvocare il tavolo sull'automotive solo con le parti imprenditoriali e senza la rappresentanza dei lavoratori.

Nel frattempo, in Francia negli impianti dei marchi del gruppo (Peugeot, Citroën, Chrysler, Opel) è stato proposto un aumento salariale del 5,3% per aiutare i dipendenti a far fronte all’inflazione. I sindacati francesi avevano chiesto un incremento dal 7,3 all’8,5, ma alla fine si è arrivati a un accordo. Per contrastare l’impennata dei prezzi che supera il 6%, le organizzazioni sindacali hanno ottenuto che i negoziati salariali annuali fossero svolti, per il 2023, nel mese di dicembre di quest’anno. Gli aumenti entreranno in vigore il prossimo gennaio ed è prevista una clausola di revisione a giugno. Per contro è stata ridotta, nella trattativa, la percentuale sull’aumento. “Abbiamo negoziato con le organizzazioni sindacali in un clima costruttivo per portare a una proposta equilibrata che soddisfi le aspettative dei dipendenti, preservando al contempo le prestazioni dei nostri siti in Francia in un contesto di profonda trasformazione dell’industria automobilistica”, ha detto il direttore delle risorse umane di Stellantis per la Francia, Bruno Bertin. “Ha prevalso il buon senso”, l’ulteriore notazione da parte dei vertici del gruppo.

“I dipendenti stanno subendo con gravi ripercussioni l’inflazione galoppante, l’aumento del costo dell’energia”, hanno ribadito i sindacati che adesso devono formalizzare l’accordo e per questo sono in programma assemblee, anche se tutto fa propendere per la sigla dell’accordo. Il sindacato Cfdt ha rimarcato polemicamente la divergenza fra gli aumenti retributivi offerti ai dipendenti e i profitti del gruppo e le entrate da capogiro ceo Carlos Tavares, ricordando che l’anno scorso il manager ha ricevuto un compenso di 19,1 milioni di euro, pari a 298 volte il salario medio percepito dai 292 mila dipendenti del gruppo.

Questo accade in Francia, mentre in Italia, come riportano gli stessi giornali d’Oltralpe “i sindacati hanno chiesto, in ottobre, aumenti di oltre l’8% ma non hanno ancora trovato un accordo”. Il prossimo incontro fra azienda e sindacati si terrà oggi e domani, ma si discuterà soprattutto di orari di lavoro e smart working, mentre il delicato tema retributivo sarà affrontato in chiusura di negoziato.

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