PALAZZO LASCARIS

Legge elettorale anti nanetti: arriva lo sbarramento al 3%

C'è l'accordo nel centrodestra piemontese. Testo in aula all'inizio del prossimo anno: così Lega, FdI e Forza Italia mettono in crisi il Pd e stoppano eventuali formazioni civiche pronte a saltare sul carro di Cirio. C'è anche la doppia preferenza di genere

C’è ancora qualche perplessità ma l’accordo nel centrodestra è stato trovato. Sotto l’albero di Natale del Consiglio regionale arriva la nuova legge elettorale: attesa da un paio di legislature sarebbe finalmente pronta per approdare in aula. Nessuna rivoluzione, i collegi restano quelli attuali e non ci sarà il ventilato superamento del famigerato listino, nato per portare nell’assemblea legislativa personalità rappresentative e di alto profilo ma trasformatosi in comoda sinecura per fedelissimi dei capataz e ciambella di salvataggio di trombati.

Verrà introdotta la doppia preferenza di genere, cioè la possibilità di indicare due nomi sulla scheda elettorale purché di sesso diverso. Una norma a tutela delle donne (che in Consiglio sono in netta minoranza), imposta dalla legge nazionale a cui il Piemonte si adeguerà anche per evitare che ci pensi il Governo d’imperio, adottando i poteri sostitutivi, come avvenuto due anni fa in Puglia poco prima del voto.

Tra le novità soprattutto la soglia di sbarramento al 3% per le liste in coalizione che sale al 5% per le formazioni che corrono in proprio. Un bel modo per sfoltire i cespugli che tradizionalmente spuntano in particolare ai piedi del Pd prima di ogni elezione. All’ultima tornata del 2019 solo la Lista Monviso (Chiamparino per il Piemonte del Sì) ha superato quella soglia, con il 3,33 percento, le altre pur eleggendo un proprio rappresentante sono rimaste al di sotto: Liberi uguali e Verdi al 2,42, i Moderati addirittura all’1,88. Fuori per un pugno di voti la lista Più Europa (1,82), più indietro Demos (0,79) e Italia in Comune (0,58). Non solo, lo sbarramento è anche il modo con cui i tre principali azionisti del centrodestra provano a dissuadere sul nascere i tentativi già in atto di costituire liste pronte a saltare sul carrozzone di Alberto Cirio. Piccole formazioni per lo più centriste – dai Moderati di Mimmo Portas che meditano il salto della quaglia al Piemonte nel cuore di Gian Luca Vignale fino al Piemonte Bellissimo di Paolo Damilano – che drenerebbero voti e candidati ai tre partiti tradizionali. Forza Italia ha già fatto sapere che non vuole competitor in casa, la Lega e FdI avrebbero posto un veto solo sull’ex candidato sindaco di Torino.

Nel testo, che ha ottenuto il semaforo verde dei capigruppo di maggioranza, c’è anche la norma del “consigliere supplente”, quella cioè che consente agli eletti che vengono nominati in giunta di avere un sostituto in Consiglio, pronto a lasciar loro il posto qualora perdessero l’incarico da assessore. Prendendo spunto dal modello lombardo si è anche discusso di introdurre la figura dei sottosegretari, ma al momento sarebbe stata accantonata per evitare un eccessivo frazionamento delle deleghe in giunta.

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