CINQUE CERCHI

Olimpiadi, il Piemonte torna in pista

Non solo il bob a Cesana, anche l'Oval potrebbe diventare strategico visti i costi faraonici per adeguare gli impianti veneti. I Giochi di Milano e Cortina rischiano di diventare un salasso, Cirio e Lo Russo provano a riaprire la partita

Costi sempre più alti per impianti “usa e getta”. Con questi chiari di luna le Olimpiadi di Milano e Cortina rischiano di diventare un salasso, e dopo la pista di bob ora il problema è quella del pattinaggio di velocità a Baselga di Pinè in Trentino. Decine di milioni per realizzarle (o sistemare quello che c’è) e poi una platea di atleti potenzialmente interessati talmente piccola da rischiare di trasformarle in cattedrali nel deserto, che dopo aver brillato per un paio di settimane, durante i Giochi, si trasformano in un ulteriore peso.

Torino e le sue montagne ne sanno qualcosa e proprio per questo il capoluogo piemontese potrebbe tornare in gioco per ospitare qualche disciplina delle Olimpiadi invernali del 2026, un anno dopo le Universiadi di Torino 2025, di nuovo sotto la Mole dopo l’edizione del 2007. Una manovra per infilarsi in zona Cesarini, recuperando l'occasione persa dall'amministrazione grillina di Chiara Appendino. Oggi è stato respinto l’emendamento alla manovra con cui il deputato Pd Mauro Laus aveva chiesto lo stanziamento di 15 milioni per rimettere in sesto la pista di bob di Cesana. Lo Stato infatti ha già messo 61 milioni per l’adeguamento della pista di Cortina d’Ampezzo, cifra poi lievitata a 85 milioni, con la copertura della Regione Veneto che però, di fronte alla possibilità che siano ancora insufficienti, sta meditando di abbandonare questo faraonico progetto per trasferire le gare a Innsbruck, in Austria. Alla faccia delle Olimpiadi italiane.

Una questione, tra le molte, in cima al tavolo della concordia istituzionale. Già in occasione delle Atp Finals, il governatore Alberto Cirio e il sindaco Stefano Lo Russo ne aveva parlato con il ministro dello Sport Andrea Abodi confermando la disponibilità del Piemonte a ospitare il bob e anche altre discipline olimpiche. In un successivo colloquio telefonico con Giovanni Malagò tale disponibilità è stata ribadita. Il fatto che l’emendamento di Laus sia stato respinto non vuol dire che le porte si sono chiuse. La trattativa è ancora in piedi anche perché intanto c’è un’altra pista che sta facendo impazzire gli organizzatori, quella del pattinaggio di velocità: troppo costoso coprire la struttura di Baselga di Pinè, in Trentino (55 milioni e chissà se bastano). Il presidente della Lombardia Attilio Fontana è apparso scettico di fronte all’ipotesi di spostare a Milano questa disciplina e Malagò ieri ha parlato di un “Piano B”. Quale? Naturalmente l’Oval di Torino, una delle due piste lunghe coperte in tutta Europa (l’altra è in Olanda). Piuttosto che coprire quella in Trentino si potrebbe andare a Torino? In Piemonte sperano.

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