TRAVAGLI DEMOCRATICI

Primarie Pd verso lo slittamento

Accordo tra i candidati per posticipare di una settimana i gazebo per votare il nuovo segretario. Meglio lasciare passare un po' di tempo dalla probabile sconfitta elettorale in Lazio e Lombardia. L'umore sarà piuttosto nero. Pressato dai territori, anche Bonaccini cede

La prossima settimana, mercoledì 11 gennaio alle 12,30, si svolgerà la Direzione del Pd. La riunione, che era già prevista e aveva all’ordine del giorno questioni legate al regolamento congressuale, dovrà anche stabilire la nuova – ulteriore – data per le primarie. In queste ore, infatti, si è chiuso l’accordo tra i candidati alla segreteria per spostare i gazebo di una settimana e la richiesta dovrebbe essere portata in Direzione per essere approvata.

Alla questione del rinvio ha aderito anche l’area che sostiene Stefano Bonaccini, la meno entusiasta di slittamenti, preoccupata a non lasciare tempo (e terreno) alla sua sfidante, Elly Schlein. Ma a fronte della richiesta dei territori in cui si vota, in particolare Lazio e Lombardia, a non sovrapporre regionali e primarie, si sarebbe arrivati alla decisione condivisa di distanziare un po’ i due appuntamenti. Il rischio, non ammesso, è che le probabili sconfitte scoraggino non poco attivisti e militanti, trasformando la chiamata ai gazebo in un quasi certo flop. “Assolutamente accettabile”, dicono dalle parti del governatore dell’Emilia-Romagna. Il nodo delle primarie e la concomitanza con le regionali erano stati già sollevati nei giorni scorsi con la reazione gelida del fronte che appoggia Bonaccini e il Nazareno che confermava quando deciso: ovvero la data del 19 febbraio.

Percorso che allo stato per il segretario Enrico Letta non cambia: spetta alla Direzione decidere, dicono dal Nazareno. “Per il segretario Letta la data per le primarie resta quella del 19 febbraio in linea con quanto già deciso. Eventualmente sarà la Direzione della prossima settimana a valutare la richiesta dei candidati, essendo la Direzione stessa delegata dall’Assemblea nazionale a gestire l’ingorgo creato dal voto imminente per il rinnovo delle quattro amministrazioni regionali”.

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