POLITICA & GIUSTIZIA

Fumata bianca per il Csm, "bruciato" Anetrini

Sfumano i sogni dell'avvocato torinese che contava sul sostegno di Molinari e del Carroccio novarese. Salvini sceglie la donna che lo ha difeso in alcune cause. Quattro posti per FdI, due per la Lega e uno per Forza Italia. Il Terzo Polo piazza il renzianissimo Carbone

Fumata bianca per il Consiglio Superiore della Magistratura. I partiti di maggioranza e opposizione hanno raggiunto un’intesa sui nomi di coloro che entreranno a Palazzo dei Marescialli come membri laici. Dei dieci papabili, la cui elezione è prevista entro la giornata a Camere riunite, soltanto quattro sono donne e tutte espressione del centrodestra che, su sette componenti ne assegna quattro a Fratelli d’Italia, due alla Lega e uno a Forza Italia. I restanti tre sono espressione di Pd, M5s e Terzo Polo

I nomi sono quelli di Isabella Bertolini (avvocato penalista modenese, ex parlamentare di Forza Italia poi transitata anche dalla Lega),  Daniela Bianchini (civilista di Roma, docente universitaria e membro del centro studi Livatino come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano), la siciliana Rosanna Natoli Giuseppe Valentino, in quota al partito di Giorgia Meloni, mentre i berluscones indicano Enrico Aimi, ex senatore. All’ultimo Valentino, pare su ordine della premier e del Quirinale, è stato tolto dalla rosa e sostituito con Felice Giuffé, avvocato amministrativista e professore all’Università di Catania. Un anno e mezzo fa è emerso che l’avvocato penalista calabrese, già parlamentare e sottosegretario di Alleanza Nazionale, è indagato per reati connessi alla ‘ndrangheta, in relazione a rapporti abituali con Paolo Romeo, ex parlamentare del Psdi ed esponente di spicco della cosiddetta “componente riservata” della ‘ndrangheta. Qualche sorpresa (non piacevole in Piemonte) sul fronte leghista per cui si apprestano ad andare a comporre l’organo di autogoverno della magistratura Fabio Pinelli (avvocato padovano dato in corsa per la vicepresidenza) e Claudia Eccher, dunque con l’esclusione del legale torinese Mauro Anetrini che a quella poltrona puntava molto, così come su di lui avevano posto speranze i vertici del partito piemontese, il segretario e capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e il partito novarese. La toga “verde”, difensore dell’ex governatore (ed ex leghista passato nelle fila berlusconiane) Roberto Cota nel processo per le “spese pazze” e di altri esponenti del Carroccio, sarebbe stata “sacrificata” per far posto alla collega Eccher, difensore di Matteo Salvini in alcune cause, anche se fonti parlamentari ridimensionano ulteriormente le possibilità che Anetrini avrebbe avuto sulla carta. A saltare all’ultimo minuto per far posto alla Eccher in una logica di genere, non sarebbe infatti stato il legale torinese, bensì Francesco Urraro, ex Cinquestelle salito sul Carroccio nella scorsa legislatura. 

Per quanto riguarda le minoranze, il Pd indica il costituzionalista pisano Roberto Romboli, mentre quello di Michele Papa (docente universitario fiorentino, amico di Giuseppe Conte) è il nome dei Cinquestelle. Il Terzo Polo schiera un renzianissimo come Ernesto Carbone, oggi ex parlamentare, già ai vertici della Fondazione Vedrò e componente della segreteria nazionale del Pd quando a guidare il partito era Matteo Renzi. E proprio sulla Smart che portò l’allora neonominato premier a Palazzo Chigi c'era lui, il fedelissimo Carbone, e lui è stato l’autore del famoso hashtag #ciaone lanciato in un tweet per salutare ironicamente l’allontanamento del raggiungimento del quorum sul referendum sulle trivelle.