IMPRESA & GIUSTIZIA

Embraco, processo a Ventures:
"Chi ha lucrato sui lavoratori paghi"

Avrebbero dovuto reindustrializzare il sito di Riva presso Chieri ma gli impianti non sono mai partiti e i soldi spariti. Quattrocento addetti hanno perso il lavoro e l'azienda è fallita. Domani l'udienza preliminare: i soci dovranno rendere conto

Domani mattina inizierà al Tribunale di Torino con l’udienza preliminare il processo ai vertici della Ventures, la società che avrebbe dovuto rilanciare l’ex Embraco di Riva presso Chieri: i soci dell’azienda sono accusati di bancarotta distrattiva. Avrebbero dovuto reindustrializzare il sito rispettando un piano industriale presentato e vagliato dal Governo, nel quale si garantiva espressamente il rientro al lavoro dei più di 400 lavoratori ex Embraco con la produzione di robot per pulire pannelli fotovoltaici, ma gli impianti non sono mai partiti. I dipendenti sono stati messi in cassa integrazione e quando, in piccola parte, venivano richiamati in fabbrica erano costretti a fare piccole manutenzioni del capannone vuoto, mentre le risorse che la Whirpool aveva disposto per il piano industriale venivano “distratte”.

Gli imputati sono accusati di aver distratto denaro, falsificato i bilanci per 1,7 milioni di euro e firmato un aumento di capitale utilizzando i soldi della società. Accuse contestate a Gaetano Di Bari, 78 anni, di Como, che presiedeva la società, ai due figli, Luigi e Alessandra, di 50 e 44 anni, e al marito di lei, Carlo Noseda, 44 anni. Tutti e quattro sono assistiti dall'avvocato milanese Ivan Colciago. Già nell’avviso di garanzia che era stato recapitato agli indagati a giugno 2020 si contestavano acquisti di auto di lusso e spese personali con i fondi pubblici messi a disposizione dal governo per rilanciare lo stabilimento di Riva presso Chieri: la Guardia di finanza aveva sequestrato tre Audi e due Bmw del valore di 50mila euro ciascuna. Si ipotizzava che i soldi fossero stati dirottati già a partire da una settimana dopo l’accordo che era stato formalizzato, l'11 luglio del 2018, tra Embraco Europe e Ventures.

La Fiom ha presentato, con Fim e Uilm, un esposto alla Procura ed è partita un’inchiesta che avrebbe appurato – si legge nella nota sindacale – come una parte dei fondi ricevuti dall’azienda tra il 2018 e il 2019 sarebbero finiti nelle tasche degli pseudo imprenditori. La Ventures è stata dichiarata fallita nel luglio 2020 e i lavoratori, ai quali i responsabili della società avevano promesso e garantito il rientro al lavoro, sono stati tutti licenziati. I sindacati e i lavoratori si costituiscono parte civile nel processo.  

“Purtroppo la vicenda Embraco rappresenta plasticamente la debolezza dei processi di reindustrializzazione che in Italia stanno tutti fallendo, anche a causa della mancanza di un’efficace politica industriale da parte dei governi che in questi anni si sono succeduti. Il piano Ventures presentato al ministero dello sviluppo economico, finanziato con un fondo dalla Whirpool, controllato e vagliato dall’agenzia governativa Invitalia, si è rivelato una presa in giro, un modo per accaparrarsi soldi da parte di finti imprenditori senza scrupoli. Purtroppo a pagarne il prezzo più alto sono le lavoratrici e i lavoratori che perdono il posto di lavoro. Ci aspettiamo che il processo faccia emergere la verità e che riconosca almeno i danni subiti dai lavoratori", spiega Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Torino.

“I fatti di bancarotta fraudolenta, come nel caso della Ventures, solo a scopo di dirottare a vantaggio di imprenditori senza scrupoli i fondi ricevuti per la realizzazione di progetti produttivi, evidentemente proposti soltanto quale mezzo di personale illegittimo arricchimento, sono reati a sfondo sociale in principale danno dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali. Ci auguriamo che le richieste di giustizia avanzate nei confronti degli imputati possano trovare accoglimento in esito al processo e che non sia consentito loro di accedere, come pare abbiano intenzione di chiedere di poter fare all’udienza di domani, a un patteggiamento , tanto più se in assenza di risarcimento dei danni” spiegano Elena Poli, avvocato della Fiom di Torino e gli avvocati Giacomo Mattalia e Vincenzo Martino difensori dei lavoratori.

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