PALAZZO LASCARIS

Il centrodestra aumenta le poltrone, 
le "riforme" ci costano 11 milioni

La nuova legge elettorale e la modifica dello statuto rischiano di trasformarsi in un salasso per la Regione Piemonte. Con i consiglieri supplenti e l'introduzione dei sottosegretari crescono anche le spese. Sono già finiti gli anni della spending review?

Sono passati dieci anni da quando le spese pazze in Consiglio regionale e il processo Rimborsopoli aveva imposto alla politica piemontese un un giro di vite nel segno della morigeratezza. Spending review anche a Palazzo Lascaris, drastico taglio dei costi di funzionamento del parlamentino piemontese, riduzione dei suoi componenti da 60 a 50, gli assessori esterni ridotti a un massimo di tre. Sono passati due lustri ma sembra un secolo. Nella proposta di riforma della legge elettorale, con annessa modifica dello statuto, il centrodestra sembra pronto a moltiplicare di nuovo le poltrone: consiglieri supplenti, sottosegretari, chi più ne ha più ne metta. Ma quanto ci costano questi altri politici?

Facciamo un po’ i conti. Oggi la giunta è composta da massimo 11 membri (più il presidente) di cui non eletti non possono essere, come detto, più di 3. Se per ogni consigliere eletto che viene promosso in giunta scattasse il supplente in aula, così come previsto dalla nuova legge elettorale voluta dal centrodestra che ha primo firmatario il leghista Michele Mosca, allora vuol dire che ci sarebbero otto stipendi in più da pagare ai quali andrebbero aggiunti i 4 sottosegretari previsti dall’emendamento presentato dal capogruppo di FdI Paolo Bongioanni. Insomma, si parla 12 figure in più rispetto all’attuale legislatura.  

L’indennità di carica di ogni consigliere e assessore regionale è fissata in 5mila euro lordi al mese, quindi 60mila all’anno e 300mila euro per l’intera legislatura. A tutti loro, inoltre, è riconosciuto un rimborso spese complessivo pari a 3.500 euro al mese. Anche in questo caso è necessario moltiplicare per dodici mesi e poi per i cinque anni del mandato e si raggiunge la cifra di 210mila euro. Inoltre ai consiglieri spetta una indennità di fine mandato pari all’ultima mensilità lorda dell’indennità di carica moltiplicata per ogni anno di effettivo esercizio del mandato, per un periodo complessivo non superiore a dieci anni: vuol dire 5mila euro per cinque anni, dunque 25mila euro. Il totale fa 535mila euro.

Questo è quanto costa ogni consigliere solo di stipendi, rimborsi spese e “trattamento di fine lavoro” durante l’arco del suo mandato. Abbiamo detto, però, che le nuove figure che verrebbero introdotte dalla nuova legge elettorale sono 12 (8 consiglieri supplenti più quattro sottosegretari) quindi i 535mila euro vanno moltiplicati per 12 e il totale fa 6,42 milioni.   

Agli stipendi, però, manca ancora una parte. L’indennità di funzione del sottosegretario, infatti, non è definita. Ipotizziamo possa essere pari al presidente di un gruppo consiliare (meno di un assessore, ma più di un presidente di commissione): sarebbero 1.000 euro al mese che moltiplicati per dodici mesi e poi per i cinque anni del mandato e infine per i quattro sottosegretari previsti dalla nuova legge si arriva a 240mila euro. Ai consiglieri ipotizziamo, invece, l’indennità di funzione minima, quella assegnata al vicepresidente di commissione, cioè 600 euro. Il totale fa 288mila euro.

Non è finita. Ai gruppi consiliari sono assegnate annualmente con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza le risorse finanziarie necessarie all’utilizzo del personale e ciascun consigliere ha diritto all’importo corrispondente al costo di un dipendente di fascia D (un funzionario). Vuol dire 62.288 euro annui che anche in questo caso vanno moltiplicati per 12 (i nuovi consiglieri e sottosegretari introdotti dalla riforma elettorale e annesso cambio dello statuto dell’ente) e poi per i cinque anni del mandato. Il totale è 3.737.280 euro.

Ci siamo quasi ma manca ancora una voce. L’Ufficio di Presidenza individua, altresì, le ulteriori forniture e gli ulteriori servizi necessari per l'esplicazione delle funzioni istituzionali, che, su richiesta del Presidente del gruppo consiliare o del componente del gruppo misto, sono acquisiti ed erogati dall’amministrazione nei limiti dei propri stanziamenti di bilancio per spese di funzionamento, per una spesa annuale calcolata in misura non superiore a 3.500 euro per ciascun consigliere assegnato al gruppo stesso. Fatte tutte le necessarie moltiplicazioni il totale fa 210mila euro.

Ora non resta che sommare tutti i numeri che per semplificare sono stati messi in neretto e il totale fa quasi 11 milioni. Più precisamente la nuova riforma costerà, se venisse approvata, 10.895.280 euro.

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