PALLA AL CENTRO

La pesca a strascico di Calenda:
a Torino imbarca laqualunque

Gli ex dipietristi capitanati da Porcino, qualche orfano del Cav, apolidi in cerca d'autore: ormai Azione ha preso il posto dei Moderati. Sabato Napoli diventerà presidente regionale, Susta prepara i santini per le Europee e Molinari sogna il ritorno a Palazzo Lascaris

Quando il vento soffia in poppa tutti sono pronti a salire a bordo. Lo sa bene Carlo Calenda che in questi mesi ha spalancato la porta a naufraghi di ogni partito e schieramento, a partire dalla compagine ministeriale di Forza Italia capitanata da Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, per non dire di quanto accaduto nella Puglia del governatore Michele Emiliano. In Piemonte l’ingresso di peso è stato quello della deputata Daniela Ruffino, anche lei uscita dal partito del Cav, ricandidata e rieletta a Montecitorio grazie anche ai buoni uffici di Osvaldo Napoli, suo sodale da tempo immemore, che assieme a lei è saltato sullo zatterone del Churchill dei Parioli. La sua opera di gran tessitore, da vecchia lenza della Balena Bianca, gli verrà riconosciuta sabato, nell’assemblea regionale di Azione, con la nomina a presidente. Così la robusta componente proveniente dal centrodestra si sta consolidando in una formazione che, alla sua nascita, era composta in gran parte da ex Pd rimasti orfani dopo la deriva di Matteo Renzi. Ma se il flusso degli ex Forza Italia è stato evidente quanto dirompente, sono tanti gli avventurieri della politica locale che, senza fare troppo rumore, sono stati imbarcati mentre annaspavano tra le onde. La maggior parte resta sottocoperta in attesa dell’occasione giusta.

Tra questi c’è l’ex deputato di Italia dei Valori Gaetano Porcino. Prima con Antonio Di Pietro, poi nei Moderati, infine inabissato anche a causa di qualche problema di salute, sarebbe tornato nell’agone e avrebbe come obiettivo di candidare alle prossime regionali suo figlio Giovanni (per gli amici Champignon), già presidente della Sala Rossa durante il mandato di Piero Fassino. Per consolidare la sua posizione starebbe stringendo alleanze e spingendo a bordo qualche apolide come Davide Schirru, consigliere della Circoscrizione 2 eletto in Torino Bellissima di Paolo Damilano e sindacalista in Gtt con gli autonomi di Faisa-Cisal. Se così fosse The Porcinos dovranno vedersela, tra gli altri, con Gabriele Molinari, l’avvocato delle risaie, che in passato ha già militato in Futura di Montezemolo, poi Scelta Civica di Mario Monti, Più Europa e Pd con un rapporto sempre stretto con Fabrizio Palenzona. Nel collegio della sua Vercelli mai riuscirebbe a essere eletto e allora, in accordo con il suo antico mentore e segretario piemontese Gianluca Susta, sarà indicato a capo del partito cittadino di Torino al congresso del 23 febbraio così da preparare il terreno a una candidatura a Palazzo Lascaris, dov’era già stato tra il 2014 e il 2019, grazie al listino di Sergio Chiamparino. Allora era a sinistra, questa volta chissà.

La collocazione di Azione, impegnato nel processo di fusione con Italia Viva nell’ambito della nuova Costituente liberale, resta uno dei grandi interrogativi di Azione. Per Susta (che sta già preparando i santini in vista delle europee del prossimo anno) bisogna cercare il dialogo con il Pd, Ruffino e compagni la pensano diversamente. Un partito strabico, Azione, dove un occhio guarda a destra e l’altro a sinistra. Per le prossime amministrative di Torino la soluzione indicata ieri è quella di andare da soli, un po’ per evitare il problema un po’ perché “tanto poi c’è il ballottaggio e al limite ci penseremo in quel momento” ma tra un anno, quando in Piemonte ci saranno le regionali? Troppo presto per decidere e comunque sarà questione di cui si occuperanno i vertici nazionali tra i quali figura anche il vicesegretario Enrico Costa, da Mondovì, un altro proveniente da Forza Italia e che già rema verso i lidi di Alberto Cirio.

Sono circa novecento gli iscritti ad Azione nell’area metropolitana di Torino, quasi il doppio i tesserati in tutto il Piemonte. Tra loro anche tre sindaci: Stefano Boccardo di Candiolo, Alfio Borletto di Scalenghe e Sergio Bartoli di Ozegna. “Siamo una forza in crescita, in molti si stanno avvicinando” conferma la segretaria cittadina Cristina Peddis, già candidata alle scorse amministrative di Torino nella lista Monviso e poi gratificata dal sindaco Stefano Lo Russo con una nomina nel cda della Fondazione Contrada.

È una sorta di pesca a strascico quella che stanno facendo i vertici locali di Azione, pronti a imbarcare "ex" di ogni risma. La casa di Calenda è diventata una sorta di refugium peccatorum in cui il già citato Porcino non è l’unico orfano di Di Pietro a trovare sistemazione: c’è anche l’ex vicepresidente della Provincia Marco D’Acri, appena nominato responsabile Economia nel direttivo provinciale. E poi c’è Michele Colaci, già candidato a sindaco di Rivalta, un passato nel centrodestra, poi nei Moderati, ora è il referente di Azione per l’area Torino Sud; l’ex consigliere comunale di Torino Dario Troiano, anche lui un tempo nel partito di Mimmo Portas, cui è stata affidata la delicata delega degli Enti Locali, e infine c'è Rachele Sacco, consigliera comunale a Chieri con un passato in Forza Italia, ora in Azione è la referente per l’area di Carmagnola e del Chierese.

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