TRAVAGLI DEMOCRATICI

In Piemonte un Pd "unitario", Rossi segretario senza conta

Il consigliere regionale sarà candidato unico al congresso del partito piemontese. Via libera dalle tre principali mozioni: Bonaccini, Schlein e Cuperlo (di De Micheli e dei suoi seguaci nessuna notizia). E Valle ipoteca la candidatura in Regione

L’aspetto più paradossale di questa vicenda è che dopo ben due assemblee convocate per approvare le primarie e votarne il regolamento, il Pd piemontese avrà un candidato unico e non ci sarà nessuna conta per designare il segretario. L’ultima call si è chiusa ieri notte alle 22,30 quando tutte le correnti del Pd hanno dato il via libera a Domenico Rossi. Segretario unitario, senza neanche passare dai gazebo. Insomma, nella sfida regionale la mozione di Stefano Bonaccini vince senza bisogno di combattere.

Quarantacinque anni, diploma in clarinetto al Conservatorio e laurea in Filosofia, i natali a Salandra, un piccolo centro in provincia di Matera, e una vita trascorsa a Novara tra lo studio e l’attivismo in Libera. Consigliere regionale dal 2014, Rossi ha promosso assieme all’europarlamentare Brando Benifei “Coraggio Pd”, una piattaforma composta per lo più da amministratori locali e giovani militanti per cercare di rinnovare il partito partendo dal territorio. Rappresenta una sinistra movimentista ma allo stesso tempo pragmatica e poco incline alla retorica, di certo affrancata dai parlamentari Andrea Giorgis e Anna Rossomando, usciti entrambi malconci da queste lunghe settimane precongressuali in cui le rispettive componenti si sono ridotte al lumicino. Molti sindaci prima legati a loro hanno trattato per se stessi da posizione autonoma (su tutti il caso di Elena Piastra, prima cittadina di Settimo Torinese, arruolata nel comitato Bonaccini), altri amministratori o dirigenti locali si sono staccati in modo più o meno palese. L’ultima è stata Gianna Pentenero, assessore al Comune di Torino, che ha abbandonato Giorgis (luogotenente di Gianni Cuperlo a Torino) per planare su Elly Schlein. Mentre di Paola De Micheli e dei suoi sostenitori ancora nessuna notizia.

L’ascesa di Rossi al vertice del Pd piemontese costituisce una polizza sul percorso politico di Daniele Valle, che a questo punto può contare su un alleato prezioso quando inizierà un’altra trattativa, questa volta estesa anche alla coalizione, per la candidatura alla guida della Regione. Ma il numero due di Palazzo Lascaris non è l’unico a uscirne vittorioso: emerge infatti per la prima volta un nuovo gruppo dirigente che ha condotto lla partita e portato a casa il risultato: da Raffaele Gallo, alla testa della pattuglia dem in via Alfieri, alla deputata Chiara Gribaudo che ha gestito direttamente i rapporti con Schlein, fino all’assessore di Torino Chiara Foglietta. Fallita ogni operazione di disturbo messa in campo da chi ha tentato più volte di sabotare Rossi, primo fra tutti Giorgis che aveva gettato nella mischia la fassiniana Rita Rossa, ex sindaca di Alessandria, con il preciso obiettivo di dividere il fronte avverso. 

La partita si chiuderà definitivamente alle 14,30 con la consegna delle firme a sostegno di Rossi. A quel punto sarà necessario individuare un modo per eleggere i nuovi organi dirigenti. Gli accordi politici siglati in queste ore prevedono la maggioranza assoluta di assemblea e direzione indicata dall’area Bonaccini, mentre la presidenza andrà alla mozione Schlein e i cuperliani potrebbero ottenere la guida della Commissione di garanzia.