POLITICA & AMBIENTE

"Prima i rifiuti dei piemontesi"
ecco il sovranismo della monnezza

Biella diventa un caso. L'assessore Chiorino chiede che l'inceneritore di Torino si faccia carico anche dell'immondizia dei suoi concittadini che pagano di più per smaltirla in Lombardia. A Cuneo sindaci contrari a entrare nell'Ato-R. Cirio prova a mediare

C’è una sorta di sovranismo anche nei rifiuti. È il risiko della monnezza quello che si è innescato in Piemonte dove ad alzare la voce è stata l’assessore di Fratelli d’Italia Elena Chiorino. Tutto ruota attorno al nuovo piano dei rifiuti che prevede, tra le altre cose, la nascita di un secondo inceneritore o in alternativa l’ampliamento dell’impianto di Torino, gestito da Trm (gruppo Iren) che nel 2021 ha trattato oltre 565mila tonnellate di immondizia. In questa montagna di spazzatura, però, mancano le 25mila tonnellate prodotte dai cittadini biellesi, i quali sono costretti a pagare una tariffa maggiore rispetto a quella stabilita dall’Ato-R (l’Agenzia d’ambito regionale) per gli altri piemontesi che conferiscono nell’impianto del Gerbido (116 euro a tonnellata). Insomma, “prima i biellesi” sembra essere il succo del ragionamento di Chiorino, la quale ha già interessato del problema il collega Matteo Marnati, titolare della delega all’Ambiente, lo stesso che ha firmato un accordo con la Regione Liguria di Giovanni Toti per far smaltire a Torino 12mila tonnellate all’anno di rifiuti provenienti da Genova.

“Mentre noi ci facciamo carico della spazzatura ligure e di altre regioni i nostri concittadini devono pagare una tariffa superiore per mandare la loro in Lombardia” ha fatto presente Chiorino. Va detto che sono stati proprio i biellesi a fare le barricate di fronte alla proposta avanzata da A2a di realizzare un impianto a Cavaglià che avrebbe risolto abbondantemente il problema non solo di Biella ma anche delle province vicine. L’unica certezza, oggi, è che l’inceneritore di Torino ormai è saturo ed è proprio per questo che il Piano rifiuti della Regione ne prevede un secondo, anche se l'orientamento pare sia quello di implementare Trm. Della questione sarebbe stato investito anche il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, non a caso pure lui biellese.

Ma quello di Biella non è l’unico fronte caldo. Venerdì scorso Alberto Cirio ha incontrato una trentina di sindaci del Cuneese che ancora non hanno sottoscritto l’ingresso nella nuova Ato regionale prevista dal Piano rifiuti. Anche in questo caso il problema sono le tariffe: nella Granda, così come a Novara dove pure c’è stata più di una resistenza, possono contare sul ciclo completo dei rifiuti e questo fa sì che i costi nelle bollette restino bassi: entrare nell’associazione d’ambito regionale vorrebbe dire lasciare che le tariffe vengano uniformate in tutto il Piemonte con il rischio che “ci andiamo a perdere”. Cirio ha assicurato di volersi far carico del problema e così è stato. La giunta infatti ha redatto tre emendamenti al Piano rifiuti da presentare nella discussione sull’Omnibus che prevedono la nascita di sub-ambiti – cuneese e novarese – dotati di autonomia tariffaria. Basterà questo compromesso per convincere i recalcitranti cuneesi?

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