C'era una volta Vietti

Dicono che… Michele Vietti non sappia più cosa inventarsi pur di mantenere l’attenzione su di sé, nella speranza di trovare finalmente quei riconoscimenti in patria attesi da tanto tempo. All’ex vicepresidente del Csm, infatti, sta molto stretta la poltrona in Finpiemonte e pare sia piuttosto inviperito con il milieu torinese che continua a snobbarlo, non prendendo neppure in considerazione il suo nome per la guida di una delle fondazioni prossime al rinnovo dei loro vertici. A partire dalla Crt il cui attuale presidente, Giovanni Quaglia, l’ha accolto ieri sera da impeccabile padrone di casa alle Ogr per la presentazione del libro di Pier Ferdinando Casini (C’era una volta la politica), col quale pure in passato c’era stata qualche ruggine. Ma più che le memorie da reduce dell’“ultimo democristiano” a Vietti interessava mettersi in mostra davanti a Cric & Croc – al secolo Stefano Lo Russo e Alberto Cirio – la coppia “istituzionale” alle prese con il complicato risiko delle fondazioni. Possibile che nessuno abbia pensato a lui, proprio ora che è quasi ridotto sul lastrico per dover restituire oltre 100mila euro della pensione da deputato, percepiti indebitamente per due anni?

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