TRAVAGLI DEMOCRATICI

Via i capigruppo e fine del renzismo: il Pd di Schlein secondo Gribaudo

La parlamentare cuneese punta alla poltrona della Serracchiani e magari pensa di candidarsi alla presidenza del Piemonte. Ma alla fine dovrà probabilmente accontentarsi di un posto nella segreteria nazionale. Il tifo per il Toro e per Elly

Il tema è “oggettivo”, o come direbbe il Feltri di Crozza “fattuale”. Chiara Gribaudo, parlamentare cuneese, tra le figure più vicine alla nuova segretaria del Pd Elly Schlein, non nega una discussione attorno al possibile avvicendamento dei capigruppo a Montecitorio e Palazzo Madama. Un ricambio naturale, figlio del nuovo corso imposto dalle primarie, con il successo della deputata multi-gender. “È un tema oggettivo – dice Gribaudo, intervistata a Un giorno da pecora su Rai Radio1 – anche Letta quando è arrivato li ha cambiati”. Le dirette interessate sono Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, entrambe sostenitrici del grande sconfitto, Stefano Bonaccini, e ora in bilico sulla loro poltrona. “Ci sta che si facciano delle scelte in base alla propria linea politica. Ne parleremo con grande tranquillità, se ne parlerà, si faranno dei ragionamenti com’è giusto che sia” prosegue Gribaudo, che è tra i nomi circolati in queste ore come possibile alternativa a Serracchiani. L’argomento  è insidioso giacché a votare sono i parlamentari, gli stessi che un anno fa hanno scelto le due attuali capigruppo. Che sono due donne e dopo una campagna per le primarie fatta proprio sulla rivendicazione femminile e femminista, spodestare le uniche rappresentanti che nel partito hanno ottenuto un ruolo di vertice potrebbe essere difficilmente compreso. “Vedremo” glissa Gribaudo, consapevole del fatto che tra i nomi che circolano per la successione c'è anche il suo. Probabile però che a succedere alla guida della pattuglia dem di Montecitorio sia Michela Di Biase, supporter di Schlein e moglie di Dario Franceschini, il principale kingmaker della neo segretaria.

Intanto i conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari le strappano un fioretto se diventerà capogruppo alla Camera: “Andare a vedere una partita allo Juventus Stadium”, nulla di peggio per una tifosa granata com'è lei. E un’altra domanda: preferirebbe lo scudetto al Toro o vincere le elezioni con Elly? “Elly. Ma non ho mai vinto uno scudetto”. Di lei si parla non solo per il posto da capogruppo, anche per una carica in segreteria nazionale, dov'è già stata, o come candidata alla presidenza della Regione Piemonte, o in Europa. La risposta è sempre la stessa: ”Vedremo”.

Il primo ad andarsene, sbattendo la porta del Nazareno, è stato l’ex ministro Giuseppe Fioroni, uno degli eredi più autorevoli della tradizione popolare, figlio della Balena Bianca e da tempo inquieto. Gribaudo, alla quale “dispiace” perché “non vorrei andasse via nessuno dal Pd”, sottolinea che questo è il momento in cui il partito sta compiendo un “cambio di passo” e chi continua a guardare indietro è naturale che salti giù dal carro. Una concessione allo specchietto retrovisore Gribaudo se la consente solo per commentare le parole di un altro ex ministro, Rosy Bindi, secondo la quale dopo due segretari – Nicola Zingaretti, ex Pci eletto con le primarie quando Matteo Renzi già era sull’uscio, ed Enrico Letta, designato dall’assemblea mentre l’ex premier già si era fondato il suo partito – la vittoria di Schlein è la fine del renzismo. È d’accordo Gribaudo? “Secondo me sì, sono passati quasi dieci anni” dice la deputata che poi subito torna a guardare avanti: “A noi interessa il futuro e affrontare le questioni aperte del Paese”.  Però di quella stagione non rinnega il 40% ottenuto da Renzi alle europee del 2014: “Ci lavoriamo e con un po’ di fretta” dice Gribaudo che annuncia la riapertura immediata del tesseramento a partire dal 13 marzo.

Infine uno dei nervi scoperti della proposta di Schlein, l’Ucraina, su cui in molti chiedono una posizione netta alla neo segretaria: “Dobbiamo aiutarli (gli ucraini ndr) e lavorare per una pace giusta. Dobbiamo lavorare di più, con più forza e meglio sul tema della pace” conclude Gribaudo dopo aver ribadito anche la posizione libertaria sulla legalizzazione della cannabis e aver ammesso che “sì, quando ero ragazza” qualche canna se l’è fatta.

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