FINANZA & POTERI

Palenzona impelagato in Prelios, Quaglia verso il rinnovo alla Crt

Sulla strada del Camionista di Tortona l'impasse delle trattative per la vendita della società immobiliare. Domani l'assemblea del Consiglio di indirizzo discuterà di procedure ma si va verso il bis del presidente. Tagliando tra un anno?

Difficilmente dalla riunione di domani pomeriggio uscirà il nome del prossimo presidente della Fondazione Crt. Nel salone di via XX Settembre dov’è in programma la seduta del Consiglio di Indirizzo, infatti, a dispetto delle ipotesi che circolano da tempo e delle altrettante manovre in atto, non avverrà alcuna votazione. A quanto è dato sapere, il rito prevede la discussione “preliminare” sulle procedure, rinviando la decisione di qualche settimana, probabilmente a martedì 18 aprile, anche se non vi è ancora una convocazione formale.

Ufficialmente non ci sono candidati e, stando all’aria che tira, alla fine potrebbe esservene uno soltanto: l’attuale numero uno di via XX Settembre, Giovanni Quaglia. Questo perché il tentativo da parte del sindaco di Torino Stefano Lo Russo di mettere in campo il notaio Andrea Ganelli, non ha sortito l’esito auspicato dal primo cittadino, teso a imprimere una svolta nella direzione del rinnovamento per la guida della cassaforte piemontese. Lo scarso consenso suscitato dalla sua proposta, ha di fatto indotto Lo Russo a non forzare la mano, soprattutto per evitare una sconfitta che lo delegittimerebbe non poco anche su altri dossier.

Ma c’è un altro elemento, ancor più pesante (non solo metaforicamente), che porta a intravedere uno scenario in cui Quaglia non avrebbe concorrenti, giustificando la sua serafica tranquillità ostentata in questi ultimi giorni. Anche l’altro contendente, ovvero Fabrizio Palenzona, stando a più di un rumors e a fonti a lui vicine sarebbe prossimo ad annunciare il passo indietro. Mentre i due fronti si sono ormai piuttosto stabilizzati e radicalizzati all’interno del consiglio, riducendo al minimo l’ampia zona grigia di incertezza (o di tattica), le firme a sostegno dell’ex vicepresidente di Unicredit si sarebbero attestate attorno a cinque, forse sei, comunque meno di quelle immaginate. In ogni caso troppo poche, nonostante un potenziale abbassamento del quorum per la probabile indisponibilità (per ragioni di salute) di Giuseppe Pichetto. Palenzona, si sa, non ama rischiare troppo, tantomeno perdere.

Ecco perché vanno valutate con attenzione le voci circa un suo possibile tirarsi fuori dalla contesa, nei prossimi giorni o addirittura nelle prossime ore. A far propendere Furbizio per questa soluzione ci sarebbe un ulteriore elemento che conduce a Prelios, il grande gruppo immobiliare ex Pirelli Real Estate di cui è presidente. La trattativa per la cessione del gruppo è in stallo. Nel merito, l’esclusiva assegnata al gruppo Ion di Andrea Pignataro è scaduta, e la trattativa si starebbe ingarbugliando con la presenza di altri non meglio precisati acquirenti (si parla di un fondo sovrano). Allo stesso tempo però l’imprenditore bolognese che vive e opera a Londra resta in corsa: l’avallo alla linea di credito sarebbe in via di definizione ma in ritardo rispetto alle previsioni di un accordo a metà marzo. La Ion chiede alle banche oltre 700 milioni di euro a fronte di una valutazione complessiva di 1,4 miliardi (compresi 200 milioni circa di debiti). Insomma, la cessione di Prelios, gruppo leader nell’immobiliare e nella gestione dei crediti problematici, è entrata nella “fase cruciale” e non può certo permettersi di perdere la “testa” proprio ora. Una poltrona – e qui sta un’ulteriore questione – che è incompatibile con quella su cui oggi siede Quaglia e sulla quale si sarebbe volentieri accomodato il suo (ex?) amico e per lungo tempo ascoltato riferimento nel mondo della finanza. Un legame sfilacciatosi assai con “il camionista di Tortona” non poco irritato quando il numero uno di Crt imboccò con decisione la strada di Caltagirone nella scalata a Generali, che poi si sa bene come sia finita.

Vecchie ruggini, forse anche superabili tra due ex democristiani, cui non manca il fiuto. Lo stesso che avrebbe fatto annusare a Palenzona una certa freddezza da parte delle istituzioni, nonostante le ripetute rassicurazioni circa l’assenza di qualsivoglia prevenzione od ostracismo nei suoi confronti. E anche questo potrebbe ulteriormente indurlo a passare la mano, lasciando di fatto campo libero a Quaglia per una sua riconferma, sia pure con molta probabilità vincolata (non formalmente) a un periodo di tempo limitato. Per carità, “il presidente della Crt non è uno yogurt” a cui assegnare una data di scadenza – come dice allo Spiffero un insider – ma non è affatto impensabile un accordo più o meno tacito per arrivare fino all’elezione del nuovo consiglio di indirizzo (quello attuale esprime rappresentanti del Comune indicati da Chiara Appendino e della Regione in gran parte dalla giunta di Sergio Chiamparino) l’anno prossimo e cogliere l’occasione per avviare anche il rinnovamento al vertice unificando le due elezioni. Una soluzione auspicata da molti ed esplicitamente avanzata dal governatore Alberto Cirio. E forse soltanto rinviata di poco.

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