FIANCO DESTR

Niente europee per Crosetto, scambio di posti con Nastri

Il gigante di Marene cambia i suoi piani: resterà ministro e per garantirsi uno scranno da parlamentare (utile come scudo) medita di spedire a Bruxelles il senatore di Novara. Intanto, in Piemonte "commissaria" il fido (ma incauto) Comba

Un seggio in Europa? Guido Crosetto, forse, ci ripensa. Quella che era parsa pressoché una certezza e come tale il diretto interessato l’aveva lasciata filtrare, oggi sembra solo un’ipotesi, peraltro sempre più remota.

Allo Shrek fare il ministro della Difesa piace assai, è uno dei componenti del Governo che gode maggiore popolarità, il quadro geopolitico ha portato il suo dicastero ad assumere un ruolo di maggior importanza e visibilità rispetto al passato, ma anche di responsabilità. Lasciare Palazzo Baracchini per un posto all’Europarlamento? Su questa eventualità il cofondatore di Fratelli d’Italia è indubbio vi abbia ragionato e continui a farlo, ma l’aria che tira dalle parti del ministero pare essere quella che indica il suo titolare deciso a non fare armi e bagagli per un comodo (e più remunerato) posto a Strasburgo. 

Per la stessa premier, pur se il feeling non pare essere più quello delle origini, ha nel gigante di Marene un punto di forza del suo esecutivo, specie proiettato sullo scenario internazionale dove il titolare della Difesa anche per le sue esperienze politiche e professionali precedenti si muove con agilità e senza incorrere in pure facili (e talvolta provocati) inciampi.Sostituirlo non sarebbe cosa da poco. E poi, dal Governo, il politico piemontese può esercitare un peso e pure un controllo sul partito, specie nelle sue aree geografiche e tematiche di pertinenza, che non sarebbe altrettanto facile ed efficace da Bruxelles.

Dunque, difficilmente quello di Crosetto sarà un addio alle armi. Ma forse non all’idea di tornare a essere parlamentare, anche se non in Europa. Dopo le sue dimissioni nel 2019 e la scelta di non ricandidarsi alle ultime elezioni, un ritorno in Parlamento potrebbe profilarsi proprio in virtù del fatto che oggi è ministro. Una sorta di paracadute? Possibile anche se, come dimostrato dalla parentesi lontano (si fa per dire) dalla politica non è certo tipo da aver problemi di lavoro, tantomeno di reddito visto che entrando nel Governo ci ha perso, come lui stesso ha detto più volte, un sacco di soldi rinunciando alle sue attività imprenditoriali e di consulenza. Un parafulmine? Le guarentigie parlamentari sono ormai assai ridotte, ma certo un minimo di scudo non foss’altro per le opinioni espresse resta. Un’anomalia da superare? Avere il cofondatore ministro, ma non parlamentare di certo non è poi così spiegabile nel linguaggio della politica e dei partiti.

Insomma, di più o meno buone ragioni per un possibile ritorno in Parlamento di Crosetto ci sono, ma sono le elezioni, escludendo le europee, ad essere lontane. La soluzione, comunque ci sarebbe tant’è che la voce negli ambienti fraterni già sta circolando. Proprio le urne europee consentirebbero il semplice risiko per riportare Crosetto alla Camera o, assai più probabilmente a Palazzo Madama. Già, perché lo schema su cui si starebbe ragionando prevederebbe la candidatura in Europa dell’attuale questore del Senato Gaetano Nastri, sempre più potente figura meloniana che non disdegnerebbe affatto, alla sua quarta legislatura (seconda a Palazzo Madama), proseguire la sua carriera nei palazzi europei. 

Nastri è stato eletto nel collegio uninominale, quindi nel caso di una sua elezione a Strasburgo e la successiva scelta di optare per l’europarlamento, per sostituirlo al Senato sarebbe necessario un’elezione supplettiva nel collegio. Collegio blindatissimo e poi, considerato il profilo di Crosetto, l’ingresso a Palazzo Madama si tratterebbe poco più di una passeggiata. 

Andrà così? Le voci accreditano l’ipotesi, anche se bisognerà aspettare qualche settimana per avere un minimo di certezza. Nel frattempo, certo ed evidente appare il peso di Crosetto nelle questioni di partito nel suo Piemonte. C’è la sua ombra imponente dietro la nomina dei due vicecordinatori regionali, appena piazzati ai fianchi di Fabrizio Comba: il capogruppo in consiglio regionale Paolo Bongioanni, ras del Cuneese e voce grossa dei meloniani a Palazzo Lascaris, e il sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi, figura emergente e punta di diamante alle regionali del 2024. Nella decisione di Crosetto molti in FdI vedono una sorta di commissariamento del numero uno regionale, nei confronti del quale e della sua linea “troppo morbida” aveva speso parole piuttosto ruvide qualche settimana fa. La stessa scelta dei dioscuri, “il caimano”, e il giovane rampante passato dall’essere un seguace del sottosegretario Andrea Delmastro a crosettiano di ferro, può essere indicativa del fiato che Crosetto intende far sentire sul partito in Piemonte e sul collo di Comba – “dice troppi sì, e non sempre possiamo poi mantenere gli impegni che prende”, l’accusa mossagli – nell’attesa, probabilmente, di tornare in Parlamento proprio con i voti della sua regione.

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