FINE IMPERO

Intrighi alla corte di Arcore: anche Zangrillo rischia il posto

Dopo aver (quasi) fatto fuori Ronzulli, Fascina prova a prendersi definitivamente Forza Italia. Il Cav. (guardato a vista) manda smentite che non smentiscono gli ultimi retroscena. E ora sono in tanti a temere di finire ai margini

Nessuna rivoluzione ma “è certamente vero che Forza Italia voglia adeguare la sua organizzazione ai nuovi compiti e alle nuove sfide anche in vista delle prossime elezioni europee”. Parola di Silvio Berlusconi che in una nota smentisce i retroscena degli ultimi giorni su imminenti cambi nell’organigramma del partito azzurro. Indiscrezioni che indicavano nella sua (quasi) moglie Marta Fascina la regista neppure troppo occulta di un vero e proprio putsch ai vertici, cercando di piazzare il suo ex compagno di scuola Tullio Ferrante, sottosegretario alle Infrastrutture e da qualche mese habitué ad Arcore, al posto di Antonio Tajani come coordinatore nazionale. Secondo il Fatto, la consorte morganatica del Cav avrebbe addirittura in animo di farsi intestare la titolarità della “ditta” politica, al punto che un notaio milanese sarebbe già stato allertato. Circostanze smentite direttamente da Fascina in una lettera indirizzata al quotidiano diretto da Marco Travaglio.

Ora è in prima persona l’ex premier a intervenire ammettendo che sì, è allo studio un restyling di Forza Italia ma “non è vero che lo farà con la rivoluzione e mortificando le persone”. Al contrario, chiarisce il redivivo leader, “com’è nella tradizione del partito, lo farà coinvolgendo tutti e valorizzando il talento di ciascuno, in funzione delle capacità e delle vocazioni personali”. È infastidito, Berlusconi, dai “continui esercizi di fantasia nei quali sono impegnati tanti giornali per disegnare scenari e organigrammi che non hanno alcun riscontro nella realtà e tantomeno nelle mie intenzioni. Fortunatamente lo sanno tutti che a me stanno cuore i problemi dei cittadini, non i giochetti di partito”.

La verità, secondo rumors romani, è che la Fascina non solo ha assunto troppo potere ma che ora voglia esercitarlo, mettendo mano alle prime linee del partito. E così dopo aver fatto fuori dalla corte Licia Ronzulli, la cui poltrona di capogruppo in Senato è traballante (per la successione si fa il nome di Mario Occhiuto), tocca ai coordinatori regionali. A partire dal Piemonte dove Paolo Zangrillo, fratello del medico personale di Silvio e ronzulliano pentito, dovrebbe presto fare le valigie: ufficialmente per troppi impegni dettati dal suo ruolo di ministro alla Pubblica amministrazione. Stessa sorte per Giuseppe Mangialavori (Calabria), Ugo Cappellacci (Sardegna), Nazario Pagano (Abruzzo). La nuova struttura prevederebbe, inoltre, tre super coordinatori: al Nord Alessandro Sorte, al Centro Alessandro Battilocchio (tajaneo doc) e al Sud Tullio Ferrante.

Berlusconi punta al 15 per cento alle Europee e “quindi dobbiamo attrezzarci bene”, raccomanda a chi ha ancora accesso a corte. I rapporti con Giorgia Meloni sono tornati buoni (soprattutto per ragioni di “patrimonio”), sorvegliato a vista dai famigliari (Marina, soprattutto) e da Marta, la Evita di Arcore.

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