ECONOMIA DOMESTICA

Auto, Torino ingrana la marcia

Il capoluogo traina la produzione industriale piemontese che nell'ultimo trimestre sale dell'1,4%. Boom degli ordinativi esteri. Crolla Novara che soffre la crisi della plastica. Sempre più aziende cercano uno sviluppo sostenibile. Analisi di Unioncamere

Gli ordini dall’estero volano, e Torino torna a trainare il Piemonte industriale. I dati di Unioncamere sul primo trimestre del 2023 smentiscono l’adagio secondo cui l’automotive (e dunque Torino) sia in sofferenza. La produzione industriale regionale segna una crescita dell’1,4% rispetto ai primi tre mesi del 2022, ma se il “rallentamento generale” dell’economia a cui ha fatto riferimento il presidente di Unioncamere Gian Paolo Coscia non si è tradotto in stagnazione lo si deve al capoluogo e alla sua area metropolitana, che crescono del 3,4%, più di tutte le altre province, che segnano valori stabili o in lieve crescita fatta eccezione per il -3,4% di Novara, colpita dalla sofferenza dell’industria chimica e plastica.

Il capoluogo deve il suo buon risultato alla dinamicità del settore mobilità, cresciuto in questa fase del 4,9% sullo stesso periodo dell’anno scorso. Guardando dentro al numero si nota che la produzione di auto cresce, ma soltanto del 3,8%, mentre è la componentistica (+ 7,6%) a fare la differenza. Un dato che fa il paio con quello degli ordinativi esteri (+21% nella metropoli torinese, vicino allo zero nelle altre province) che consente al Piemonte di staccare decisamente Lombardia e Veneto in questa speciale classifica. Ma la mobilità fa felice solo Torino: da inizio anno il settore ferro-tranviario che insiste su Cuneo registra infatti una flessione, e lo stesso vale per l’aerospazio.

La mobilità è importante anche in prospettiva. Secondo l’analista di Unicredit Paola Garibotti è il maggiore “fattore abilitante” per la crescita della Regione e del Nord ovest, che vanta una concentrazione delle aziende di settore unica in Italia. Imprese che saranno utili visto che il comparto andrà incontro a pesanti trasformazioni, secondo Garibotti “inferiori solo a quelle del settore energia”. Oltre ai cambiamenti nella propulsione, va considerata anche la spinta data alla mobilità dal settore delivery. Mobilità oggi, sottolinea, vuol dire spostare merci, persone ma anche dati.

Aumenta l’attenzione alla sostenibilità. Tra le aziende piemontesi la conoscenza dei suoi principi base si è triplicata rispetto al 2019, ed è cresciuta di 20 punti sul 2021. In particolare, le aziende più virtuose sono quelle della chimica e delle materie plastiche, mentre il settore legno e mobili sono il fanalino di coda su questo tema.

Ma perché adottare pratiche sostenibili? Perché conviene, rispondono il 68% delle aziende. La seconda risposta preferita dalle manifatture piemontesi (48%) è la necessità di restare al passo con le normative future, attese come decisamente più restrittive.  Se da un lato essere green conviene, dall’altro la motivazione economica è anche il principale ostacolo alla transizione secondo il 41,5% delle imprese. Per questo motivo le aziende chiedono più agevolazioni (72%) e semplificazioni normative (65%) nel loro percorso verso la sostenibilità.

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