Salvati a oltre 2.000 metri di quota, l'altra rotta dei migranti

È la Val di Susa la rotta alternativa a quella balcanica per i migranti sbarcati in Italia ma diretti in Francia e verso l'Europa, sono migliaia i disperati che regolarmente rischiano la vita su quelle montagne. Passa dalle rinomate piste da sci della via Lattea, in Alta Val di Susa, la marcia dei disperati. Migranti, sbarcati a Lampedusa, che arrivano in Piemonte per raggiungere la Francia da Oulx e Claviere, due mete turistiche del torinese - sia d'inverno che d'estate - a pochi chilometri non solo da Bardonecchia, ma soprattutto dall'agognato confine da superare. A costo di perdere la vita su quelle montagne, chiamate olimpiche in onore dei Giochi di Torino 2006. Da luglio a oggi 12 mila stranieri, 16 mila in tutto il 2022 Un record, che però ha ben poco a che fare con le discipline a cinque cerchi, è il numero di stranieri arrivati da luglio ad oggi: circa 12 mila. In tutto il 2022 i passaggi erano stati 16 mila. Un esercito in fuga dall'Italia, verso il Nord Europa: questa è la via, e non più la rotta balcanica, da battere per chi scappa da guerre e carestie. Sempre più spesso il Soccorso Alpino è chiamato a intervenire, come la notte del 20 settembre. A quota 2.300 due migranti sono stati salvati in cordata, qualche trauma e nulla in più. Ma c'è chi è morto in passato, cadendo da un dirupo o sfuggendo da un drone della Gendarmerie, come è accaduto pochi mesi fa. I sentieri usati per arrivare in Francia non sono sempre gli stessi e non tutti i migranti hanno la fortuna di conoscere quelli usati in passato dai contrabbandieri. Gli afghani, abituati alle montagne, erano quelli che osavano passare dai punti più alti. Spesso però anche loro sono stati salvati dopo essere stati bloccati dall'ipotermia. Gli africani invece cercano di restare in basso il più possibile, usando le piste da sci. In particolare quella da fondo, tra Claviere e Monginevro. Non bastano i posti nei centri, 150-200 arrivi al giorno Su tale pista scia, per vedere la situazione, don Luigi Chiampo. Non è solo il parroco di Bussoleno, gestisce anche a Oulx il centro di accoglienza 'Rifugio Fraternità Massi'. Ottanta posti che però non bastano, perché ogni giorno da luglio arrivano circa 150-200 migranti, quelli dei barconi, appunto. "La situazione è drammatica. Il polo logistico di Bussoleno, che ha un centinaio di posti, riesce ad aiutarci", racconta don Luigi. "Ma lì c'è chi chiede asilo e vuole restare in Italia. Siamo allo stremo, c'è chi dorme in piedi. Oltre non riusciamo ad andare ed è normale che nascano mille problematiche da questioni di sicurezza a guerre tra poveri per un piatto di pasta", aggiunge. L'associazione Rainbow4Africa e l'associazione Talità Kum avevano denunciato la "situazione incandescente" già a luglio, quando erano state salvate cento persone in una sola notte. "Serve un'altra struttura per accogliere ed è quello che chiederemo al prefetto di Torino", sottolinea Paolo Narcisi, presidente di Rainbow4Africa. "Siamo certi che questo flusso non diminuirà. Tra un evento catastrofico e l'arrivo al confine francese di solito passano un paio di mesi. Vediamo cosa succederà a due mesi dal terremoto in Marocco", conclude. (Picture shows agenti della guardia di finanza, con una squadra di soccorso alpino che presta soccorso a due migranti in difficoltà in località Punta la Plana, a quota 2.300 metri, nel comune di Claviere, in Alta Val di Susa verso il confine con la Francia, 21 settembre 2023. 

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