CATTIVI MAESTRI

Terrorista palestinese invitata all'Università occupata di Torino

In uno dei dibatti organizzati a Palazzo Nuovo spunta il nome di Leila Khaled, oggi ottantenne, rappresentante del Fronte per la liberazione della Palestina e già protagonista di due dirottamenti. Nel 2017 venne respinta dalle autorità italiane

“Lascia allibiti e indigna che all’interno di un’università italiana venga invitata a parlare chi è parte di una organizzazione classificata come terroristica dall’Unione europea, da Israele e dagli Stati Uniti”. Tra le prime a commentare la presenza di Leila Khaled questa sera a Torino è la deputata di Italia Viva Silvia Fregolent. Il suo intervento è previsto alle 20 e rappresenta l’appuntamento clou di “Università occupata, Palestina libera”.

Da ieri pomeriggio l’Università di Torino è occupata dagli studenti dei corsi umanistici. Nella sede del dipartimento, Palazzo Nuovo, le lezioni sono state interrotte dai giovani che si sono chiusi in assemblea e hanno deliberato l'occupazione per “aprire insieme un percorso di discussione e di lotta rispetto a ciò che sta succedendo in Palestina”. La facciata dell'edificio è stata ricoperta con una bandiera palestinese. E per oggi, giovedì 16 novembre, gli “Studenti per la Palestina” – così si è firmato il gruppo – hanno organizzato un fitto programma di eventi sul tema.

Leila Khaled, che oggi ha 79 anni, è stata protagonista di due drammatici dirottamenti di aerei di linea nel 1969 e nel 1970. È membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, organizzazione classificata come terroristica dall'Unione europea, ma anche da Israele e dagli Usa. La donna, attualmente componente del Consiglio Legislativo Palestinese, partecipò alla serie di dirottamenti simultanei di Dawson's Field nel 1970 che contribuirono a destabilizzare la Giordania, facendola precipitare in quello che è passato alla storia come Settembre Nero. Venne arrestata a Londra e poi rilasciata nel quadro di uno scambio di prigionieri.

Secondo quanto ricostruisce Il Foglio,nel 2017 Khaled venne respinta dalle autorità italiane a Fiumicino: una volta atterrata in Italia per partecipare, su invito di un’associazione di estrema sinistra, a un evento sulle “Donne nella lotta palestinese” dedicato ai 50 anni dalla nascita del Fronte di liberazione, venne imbarcata sul primo volo disponibile per Amman, in Giordania, dove attualmente vive. “Ho scelto le armi e credo che impugnarle sia uno degli strumenti principali per risolvere questo conflitto nell’interesse degli oppressi e non degli oppressori”, dichiarò Leila Khaled nel 2016.

Non è la prima volta che Khaled sale sul carro delle occupazioni universitarie: nei giorni scorsi la storica esponente del Fplp ha partecipato a un'iniziativa organizzata dai collettivi dell’Università Orientale di Napoli trasmesso in diretta sui social.

Prende le distanze il vertice dell’Ateneo. “L’evento che avrà luogo questa sera a Palazzo Nuovo, che prevede la partecipazione di Leila Khaled, non è in alcun modo autorizzato dall’Università di Torino. L’evento rientra tra le attività spontaneamente organizzate da gruppi di studentesse e studenti nell’ambito di un’attività di occupazione – anche questa, per definizione, non autorizzata – che ha avuto inizio ieri e che si protrarrà per un tempo non da noi determinabile”, dichiara in una nota il rettore Stefano Geuna. “La partecipazione di Khaled all’incontro – aggiunge – sarà online e non in presenza all’interno degli spazi universitari. In questo modo si intende chiarire che la piena responsabilità di questo evento è da attribuire agli organizzatori e non all’ateneo”.

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