Impedì alla figlia di andare a cavallo, processo a Torino
16:55 Venerdì 17 Novembre 2023
Ha contrastato la più grande passione della figlia adolescente e le ha impedito di coronare i suoi sogni: andare a cavallo, gareggiare, trasformare l'equitazione nel lavoro della vita. C'è anche questo fra i rimproveri mossi a un 65enne processato a Torino per violazione degli obblighi di assistenza familiare. L'uomo, un artigiano che lavora come maniscalco, prima di separarsi dalla moglie aveva acquistato una scuderia nel Torinese. In base agli accordi presi nel 2014 al momento del divorzio avrebbe dovuto versare 500 euro al mese e permettere alla ragazza, che praticava l'equitazione anche a livello agonistico, di montare sul suo cavallo quando voleva. Accordi che però non avrebbe rispettato. Una delle richieste presentate dall'avvocato di parte civile, Giuseppe Gallenca, è di ottenere un risarcimento un danno da 'perdita di chance'. L'imputato, assistito dall'avvocata Valentina Sandroni, respinge le accuse. "Fin da piccola - ha detto oggi in aula la ragazza, ora ventottenne - cavalcare mi è stato molto facile. Lui aveva sempre detto che aveva preso la scuderia per me. Poi però conobbe una veterinaria che andò a stabilirsi con lui. Da allora, anche se per raggiungere la scuderia (a circa 60 km da casa - ndr) dovevo prendere due treni, non solo dovevo avvisare, ma non mi veniva permesso di montare sul mio cavallo. Vederlo cavalcare da altri era una sofferenza". "La mia ultima gara la feci a 17 anni ad Alessandria - ha detto fra le lacrime - e l'amica di papà mi disse che lui non sarebbe venuto a prendermi perché ero troppo grande per trascorrere la notte con lui. Fu un'allusione così schifosa che lasciai l'equitazione. Per anni non sono più riuscita nemmeno ad avvicinarmi a un cavallo: anche solo guardarne uno mi faceva stare male". La donna si è laureata nel 2018. "Mi guadagno da vivere con collaborazioni saltuarie. Che non mi piacciono".