AMBIENTE & POLITICA

In Piemonte c'è un buon Ambiente, ma la Regione bacchetta i sindaci

Il report annuale dell'Arpa presenta dati positivi, soprattutto grazie alla pioggia che riempie i fiumi e al vento che ha tenuto basso l'inquinamento. L'assessore Marnati pensa agli obiettivi del 2025 e chiede ai Comuni di collaborare di più. Torino in primis

Matteo Marnati sapeva già quale era il problema principale dell'assessorato all'Ambiente: centrare gli obiettivi di qualità dell’aria entro il 2025. Fresco di riconferma chiede la collaborazione dei sindaci, che in passato non sono stati così solerti nell’occuparsene. Tra le righe ma neanche troppo, l'esponente leghista della giunta di Alberto Cirio fa capire che i Comuni non possono infischiarsene: “Devono collaborare. Abbiamo certificato che la Regione non ha potere sui Comuni: io non posso agire o fare un’ordinanza. La nostra è un’attività di programmazione”.

La cosa importante è che non si sottraggano al dialogo con l’assessorato all’Ambiente: “Non riuscite? Dovete dircelo. Servono soldi in più? Va modificato (il piano, ndr)?”. Insomma, bisogna parlarsi e fare in modo che i sindaci frequentino con più attenzione i tavoli sulla qualità dell’aria, racconta l’assessore a margine della Relazione sullo Stato dell'Ambiente in Piemonte presentata oggi al Museo di Scienze naturali di Torino. La testa è rivolta al 2025 motivo per cui già nella prossima riunione di giunta di venerdì verrà definito il Piano sulla qualità dell’aria, che sarà aperto ai rilievi fino a fine agosto prima di approdare in Consiglio regionale per l’approvazione definitiva.

"Con quest'aggiornamento cambia il paradigma, è un piano regolatore contro lo smog per arrivare a restare entro i limiti della normativa sulle concentrazioni di Pm10 e biossido di azoto entro il 2025", spiega l’assessore che va nello specifico citando la centralina di Rebaudengo che da anni sfora i limiti di biossido d’azoto, l’ultima rimasta a Torino. Marnati sta già parlando col Comune, cita il Piano di mobilità della Città metropolitana di Torino: “Lì c’è scritto tutto. Devono applicarlo”. Come, però, dovrà deciderlo l’assessora all’Ambiente Chiara Foglietta, che non viene citata ma è la convitata di pietra delle ansie di Marnati: “Sceglierà il Comune, se vuole bloccare il traffico o vietare il passaggio a certi mezzi. Magari non facendo passare bus diesel ma solo elettrici”. Il dialogo è già in corso, e la Regione prova a dare una mano: “Abbiamo dato più soldi al Comune dI Torino per fare più controlli perché si lamentavano di non avere vigili o Polizia locale sufficiente”.

Al momento invece non cambia nulla per lo stop ai diesel Euro 5, che inizialmente doveva già essere entrato in vigore se non ci fosse stata la proroga, approvata in fretta e furia lo scorso settembre, per rinviarlo all’autunno 2025. Un pasticcio in gran parte attribuibili alla Regione e che ha costretto il governo a correre in soccorso del Piemonte. “Sono molto favorevole che quest’anno non si blocchino gli euro 5”, dice Marnati mentre ricorda che la scelta è dei sindaci. Intanto la Regione sta per varare, entro fine mese, un aiuto a chi entro l’anno prossimo quella vettura dovrà cambiarla: “A breve ci sarà il bando sulla rottamazione veicoli, subentrerà un leasing che aiuterà molto le persone che usano i mezzi per aiutare. Non dovranno più sborsare 50.000 euro, pagheranno una quota mensile che noi andremo ad alleggerire. Costa 500 euro? 200 li mette la Regione, 300 il cittadino”, spiega a grandi linee Marnati.

La qualità dell’aria nel 2023 ha visto un anno positivo “anche grazie alle 92 giornate di fohen rispetto alle 60 medie, che ha aiutato a migliorare la qualità dell’aria e ha consentito di tenere le polveri sottili sotto la soglia” racconta il direttore di Arpa Secondo Barbero, che sottolinea come le eccezioni si riducano a singoli episodi. Lo stesso vale per il biossido di azoto, per il quale vale l’esempio di Rebaudengo. Singoli casi da contrastare “in modo chirurgico”, aggiunge Marnati. Il dato del 2023 sul Pm 10 e Pm 2,5 è il più basso della serie storica, e anche il biossido di azoto prosegue sul territorio regionale il lento trend discendente che è cominciato trent’anni fa, esclusa la battuta d’arresto tra 2017 e 2019.

Per le precipitazioni, il 2023 ha registrato un deficit del 9% con 970mm di pioggia caduti in un anno. Quest’anno invece da gennaio a giugno ne sono già caduti 910mm, un surplus del 90%. Se i fiumi l’anno scorso erano in deficit, i primi sei mesi del 2024 segnano un’inversione decisa: il Po all’idrometro di Isola Sant’Antonio, che rappresenta la chiusura dell’intero bacino piemontese, da marzo a maggio ha fatto registrare valori anche sopra il doppio rispetto alle portate medie storiche.

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