Medici al voto, Ordine & finanza. A Torino spunta una lista No Vax
Stefano Rizzi 07:00 Martedì 20 Agosto 2024In autunno il rinnovo degli organi professionali, ma la partita importante è quella per la governance dell'Enpam. La cassa investe miliardi e pesa nelle banche (anche nella sanità privata). Sotto la Mole verso un'altra riconferma di Giustetto
Non ci sono più i medici della mutua, ma la mutua dei medici sì. Si chiama Enpam e un posto nel suo cda vale dieci primariati, senza neppure il rischio di sbagliare diagnosi dovendosi occupare non di pazienti bensì di finanza. L’assistenza integrativa, la mutua insomma, è solo una parte dell’attività di quella che si riconferma da anni come la più grande cassa pensionistica privata d’Italia, con un patrimonio totale nel 2022 pari a oltre 25,3 miliardi di euro e un utile di esercizio pari di oltre 179 milioni di euro. Più di 24 miliardi investiti, l’80% nel comparto finanziario, il resto nell’immobiliare e altri settori, compresa la sanità privata. Detiene il 5% delle azioni di Banca d’Italia e il suo peso si fa sentire in molti istituti di credito.
Basterebbe questo rapido ritratto della cassa dei camici bianchi per comprendere come le prossime elezioni degli Ordini dei medici e degli odontoiatri, fissate in autunno, siano certamente importanti per la deontologia professionale, ma non di meno per l’economia della categoria. Spetta infatti ai presidenti degli Ordini, suddivisi per provincia, eleggere il futuro cda dell’Enpam presieduto negli ultimi dodici anni da Alberto Oliveti, un posto da 50mila euro al mese, sì al mese anche se ovviamente lordi. Da Pop Sondrio a Banco Desio, da Banca Intesa a Mediobanca, da Bpm a Fineco, dalle Poste alla Banca del Fucino e via ancora, gli investimenti della cassa dei medici spaziano dagli azionariati dei colossi fino a quelli di piccoli gruppi bancari, senza disdegnare altri settori, come quello delle comunicazioni con l’operazione da cento milioni su Tim e il 5G attraverso il fondo F2I.
Insomma, tra la custodia del rispetto del giuramento di Ippocrate, spunta anche la non meno legittima e fruttifera custodia di un patrimonio enorme alimentato dei versamenti dei medici per la loro pensione. Una previdenza, quella dei medici, assai complessa d diversificata proprio per i vari profili dei professionisti che spaziano dalla libera professione alla dipendenza del servizio sanitario nazionale, con contratti a loro volta differenti e figure, come i gettonisti, sempre più diffuse negli ultimi anni per la carenza di personale.
Regimi contributivi diversi e diverse valutazioni dei diretti interessati con rimostranze da parte di chi sostiene di pagare molto per poi avere poco al momento della pensione e altri, come i dipendenti, che dall’Enpam riceveranno l’integrazione all’erogazione da parte dell’Inps in base al versato. Un guazzabuglio in cui c’è anche chi vede tutt’altro che di buon occhio l’attuale gestione della cassa di previdenza, men che meno la sfarzo di alcuni uffici, per non dire dei citati emolumenti del vertici e la stessa politica che la fa assomigliare molto a quella di un grande player finanziario.
Tuttavia, guardando alle ultime elezioni per il rinnovo degli Ordini e alla scarsa partecipazione, parrebbe che queste faccende interessino a pochi, o non molti ne siano addentro, senza tralasciare il segnale che la disaffezione alle urne “professionali” racchiude anche su tematiche assai più legate agli ambulatori e alle corsie piuttosto che ai listini di borsa. A Milano gli attuali vertici dell’Ordine erano stati votati soltanto da un sesto dei professionisti e non è andata meglio in gran parte del Paese. L’attuale presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, la Fnomceo, Filippo Anelli riconfermato all’unanimità dal comitato centrale nel 2021 è al termine del suo secondo mandato e pure quella è una poltrona molto importante. Alla sua riconferma aveva contribuito anche, in veste di componente del comitato centrale, l’attuale presidente dell’Ordine di Torino, Guido Giustetto il quale si appresta ad essere riconfermato per altri quattro anni al vertice dell’Ordine provinciale dove siede dal 2015. Si sta lavorando alla lista per le votazioni di ottobre, ma sulla ricandidatura e la più che probabile rielezione di Giustetto, 73 anni, medico di medicina generale, specializzato in Igiene e sanità Pubblica, non ci sarebbero dubbi, anche se rumors tra i camici bianchi raccontano della possibilità di una seconda lista.
A “disturbare” la perpetuazione dell’attuale guida potrebbe essere una formazione che viene etichettata come No Vax, rispolverando quella sparuta ma rumorosa componente medica che si era opposta alle vaccinazioni obbligatorie contro il Covid, ma che potrebbe raggruppare anche professionisti non contrari ai vaccini, ma critici su alcuni provvedimenti assunti o comunque posti in atto dall’Ordine nel corso della lunga emergenza pandemica. E non è detto che una proposta alternativa non possa raccogliere consensi anche tra chi ha visto il ruolo istituzionale di Giustetto interpretato in maniera “allargata”, come in occasione della sua partecipazione alla marcia in difesa della sanità pubblica nel marzo dello scorso anno. “Questa non è una manifestazione politica ma di politica sanitaria”, aveva sostenuto il presidente dell’Ordine conscio che non tutti i suoi colleghi la pensassero come lui. Basterà quella spiegazione per convincerli a votarlo?