POLITICA SPETTACOLO

"Inaccettabili le sue idee", sindaco Pd caccia Povia. Scoppia il caso politico

Il cantante avrebbe dovuto esibirsi alla festa patronale di Nichelino, nell'hinterland torinese. Il contratto, firmato, prevedeva la presenza a un talent e un mini concerto. "Ha manifestato posizioni no vax, omofobe e contro l'aborto". Per Montaruli (FdI) è "censura" - VIDEO

Povia non canterà a Nichelino, cittadina alle porte di Torino, previsto per il prossimo 20 settembre. A chiudere le porte del Comune è stato il sindaco Pd Giampietro Tolardo, che ha richiesto la rescissione del contratto, già firmato dall’artista. Il cantante si è sfogato sui social con un video, mentre una parte della politica denuncia: “è censura”. Peraltro l’ennesima, visto che sono diverse le esibizioni annullate. Il cantante, che avrebbe dovuto prendere parte ad un talent in qualità di giurato, quindi non prenderà parte all’evento. Salta anche la sua esibizione che, come previsto da contratto, avrebbe dovuto prevedere l’esecuzione di tre brani da parte dell’artista. Secondo quanto dichiarato dal primo cittadinola decisione deriva dalle posizioni più volte espresse da Povia. “Ha manifestato posizioni no vax, omofobe e contro l’aborto”, ricorda Tolardo. Valori “lontani dalla democrazia”, secondo il sindaco.

“Censurare un artista è un’abitudine consolidata a sinistra, che però viene costantemente giustificata da chi la fa – attacca Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera –. Il caso Povia a Nichelino lo dimostra e certifica una ipocrisia dove ci si ricorda delle libertà a giorni alterni o a seconda di chi toccano. Non risulta che il sindaco di Nichelino abbia chiesto a Povia di esibirsi ugualmente rivedendo le condizioni di partecipazione. Non credo peraltro che un sindaco possa chiedere ad un organizzatore di un contest, soggetto terzo rispetto al Comune, di rimuovere qualsiasi artista invitato se non vi è un accordo preventivo di organizzazione artistica, ancorché l'iniziativa avvenga nell’ambito di una manifestazione patronale patrocinata”. Per la deputata meloniana ciò “significherebbe travalicare i propri poteri, qualunque sia la motivazione e ciò renderebbe più grave l’atto censorio anche perché il contratto firmato e l’offerta di pagarlo ugualmente come si apprende dalle indiscrezioni di stampa è indice della piena autonomia degli organizzatori rispetto al Comune, autonomia che stante le dichiarazioni del sindaco sarebbe stata quindi violata. Su tale comportamento presenterò quindi un'interrogazione parlamentare per fare luce sull’intera vicenda”. Contesta la decisione del sindaco anche il Movimento 5 Stelle: “Pura censura! E non è altro che il riflesso della paura di chi non tollera idee diverse dalle proprie. È davvero triste vedere che a Nichelino, un luogo che dovrebbe rappresentare la libertà di pensiero e di espressione stia succedendo una cosa del genere”, si legge sui social. E ancora: “Lasciamo che la musica faccia ciò per cui è nata: esprimere liberamente tutti i sentimenti, belli e brutti, condivisibili o meno. Non lasciamo che la censura e la paura di chi la pensi diversamente prendano il sopravvento!”.

L’artista, celebre per alcuni memorabili brani (I bambini fanno ooh e Luca era gay), due giorni fa sui social aveva denunciato “il concerto annullato numero 40, questa volta a Nichelino in provincia di Torino”. Il suo racconto: “aveva chiamato l’organizzatore di un talent che dovevamo fare il 20 settembre”, con “tanto di contratto firmato, con una locandina con il logo del Comune. E poi a un certo punto viene presentato il progetto in giunta” e “qualcuno mette un veto. Ve lo dico senza polemica ma non mi piace soffrire in silenzio”, ha spiegavato in un video su Fb. “Quest’estate ho fatto un centinaio di concerti tutti andati benissimo in Comuni da destra a sinistra”, “io sono una persona normale, perbene”, “invece poi arriva sempre quella ciliegina un po’ marcina su questa torta e ti viene annullato un concerto. Io non ho fatto niente di male, sono una persona che ha delle idee, le espone soprattutto nelle canzoni”, “poi ti dicono anche ti pago lo stesso se ci sono penali, ma io non voglio soldi per un’esibizione che non ho fatto, io vorrei esibirmi”. “Qua tanti si riempiono di parole come libertà e democrazia, soprattutto quelli democratici che ti parlano di inclusione, però poi si tende ad escludere chi ha un pensiero un po’ diverso dal tuo – continuava Povia –. Fa male vedere annullato un concerto per i soliti motivi ideologici, mi hanno messo l’etichetta di quello di destra e non c’è niente da fare. Anche se io rispondo sempre che tra destra e sinistra sono del centro storico”.

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