ECONOMIA DOMESTICA

Monte Bianco, il Piemonte vede nero. Traforo chiuso e collegamenti ko

Con la ferrovia del Frejus ancora interrotta a seguito della frana di un anno fa e il blocco della galleria da lunedì prossimo e fino alla fine dell'anno il commercio transfrontaliero è al tappeto. L'allarme di Confindustria: "Perdiamo in competitività e bilancio"

Il Traforo del Monte Bianco si appresta ad avviare tra sei giorni il primo cantiere-test di risanamento della volta su due tratti di 300 metri ciascuno. Questo progetto, inizialmente pianificato nel 2023, era stato rinviato di un anno dagli stati italiano e francese riuniti in Commissione intergovernativa, al fine di garantire una buona connettività tra Italia e Francia a seguito della frana sulla A43 in Maurienne (Francia). Come già annunciato nei mesi scorsi, per la realizzazione dei lavori il traforo, costruito 60 anni fa e utilizzato quotidianamente da migliaia di veicoli nella struttura bidirezionale lunga 11,6 km, sarà totalmente chiuso al traffico dalle ore 17 di lunedì 2 settembre fino alle 17 di lunedì 16 dicembre 2024. Il periodo è stato individuato insieme alle prefetture della Valle d’Aosta e dell’Alta Savoia, “ritenendo l’autunno – fa sapere in una nota il gestore della galleria, il Tmb-Geie – come il periodo meno impattante sul turismo, in particolare per i veicoli leggeri, i primi utilizzatori del traforo (68% del traffico nel 2023) e sull’economia tra le due regioni”.

Per pianificare il futuro risanamento della volta, “il traforo – si legge – realizza nel 2024 e nel 2025 due fasi-test di lavori sperimentali, che consentiranno di individuare la migliore metodologia operativa per il prosieguo. Il Tmb-Geie insieme alle imprese ed alle maestranze impegnate garantiranno il massimo impegno nel rispetto del cronoprogramma per limitare il periodo di chiusura nei tempi previsti. Le due concessionarie Sitmb e Atmb continuano a lavorare con le autorità dei due Paesi per proporre – in occasione della realizzazione di questi importanti lavori – le migliori soluzioni alternative di collegamento tra l’Italia e la Francia”. Questi interventi per il 2024 e il 2025 rappresentano “un investimento complessivo di 50 milioni di euro”.

La chiusura del traforo del Monte Bianco, unita all’interruzione della linea ferroviaria del Frejus a seguito della frana che nell’agosto del 2023 si è abbattuta sui binari all’altezza di La Praz, è destinata a creare seri problemi alla circolazione delle merci, assestando un duro colpo al commercio transfrontaliero. Mentre la Lega ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per sollecitare “strumenti di sostegno finanziario per gli operatori che hanno dovuto sospendere le attività”, l’allarme tra le imprese è al massimo: “La Francia, insieme alla Germania, è il nostro mercato di sbocco più naturale – sottolinea Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte –. Con i francesi abbiamo importazioni pari a 6,7 miliardi ed esportazioni che sfiorano i 9,7 miliardi. Queste chiusure pesano su 43 milioni di tonnellate di merci su gomma e di 3 milioni su rotaia. Numeri che danno l’idea del livello di emergenza in termini di competitività e di bilancio”.

print_icon