COSTUME

Sesso, cala l'età della prima volta: 16 anni e senza preservativo

Scende il ricorso all'aborto: quello farmacologico supera quello chirurgico, ma la pratica è in diminuzione. Lo dice l'Istat: il 21,6 per cento dei ragazzi e il 18,4 per cento delle ragazze dichiara di avere avuto rapporti completi precoci

Si fa sesso sempre prima, ma grazie ai nuovi metodi contraccettivi il ricorso all’aborto è in costante diminuzione. Lo afferma l’Istat che ha pubblicato il rapporto “L’interruzione volontaria di gravidanza in un’ottica generazionale”: dal 1980 al 2022 il ricorso all’aborto è sceso del 68%, passando da 208mila a poco più di 65mila aborti all’anno. Un dato che fotografa l’intera parabola del diritto all’aborto in Italia, visto che la legge istitutiva è del 1978.

Gli ultimi dati del 2022 riportano che il 21,6% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze dichiara di avere avuto il primo rapporto sessuale completo prima dei 16 anni. Eppure il ricorso all’Ivg scende anche per via dell’eliminazione dell’obbligo di prescrizione per la pillola del giorno dopo per maggiorenni e minorenni, che ha portato a un incremento di vendite del 79% dal 2015 al 2018. Per quanto riguarda l’uso del preservativo, secondo il nuovo rapporto dell'Ufficio Regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della sanità che ha intervistato oltre 242.000 quindicenni in 42 Paesi, il 30% dei ragazzi e il 31% delle ragazze hanno dichiarato di non aver usato né il preservativo né la pillola contraccettiva durante l'ultimo rapporto.

Negli ultimi anni la percentuale di medici obiettori è diminuita e nel 2021 si ferma a 63,4 per cento. nel rapporto si legge come le "criticità maggiori risultano più diffuse nelle regioni del Centro e del Sud del Paese, sebbene in solo tre strutture viene superato il numero di 10 aborti settimanali per ginecologo: una si trova in Abruzzo, una in Campania e una in Sicilia". Nel 2022, per la prima volta, l'aborto farmacologico, ovvero basato sull'assunzione della pillola Ru486, ha superato quello chirurgico, e ormai può essere eseguito anche in regime ambulatoriale. Si osserva quindi un "lento adeguamento alle disposizioni del ministero da parte delle Regioni", che tuttavia "dovrebbero migliorare e facilitare l'accesso al servizio a tutte le donne", rileva l'Istat. La circolare ministeriale del 2022 ha cambiato le modalità sull’aborto farmacologico estendone la possibilità fino alla nona settimana di gestazione (prima era entro la settima), e consentendone la somministrazione anche nei consultori. Una pratica che in Piemonte non avverrà mai, aveva tuonato Maurizio Marrone, oggi assessore al Welfare di Fratelli d’Italia. Nel resto d’Italia invece la Ru486 si distribuisce nei consultori in Toscana dal 2020, in Lazio dal 2021, in Emilia-Romagna dal 2023. Nel 2024 la provincia di Trento ha comunicato 10 punti nei consultori che dovrebbero offrire l'aborto farmacologico mentre l'Emilia-Romagna ha fornito una lista di 16 strutture, il Lazio di 15 e la Toscana di 23.

Secondo gli ultimi dati sul Piemonte, pubblicati dal ginecologo radicale Silvio Viale, il ricorso all’Ivg è sceso di oltre il 5% tra il 2021 e il 2022. Ma in generale, al di là del trend quarantennale di dimunizione degli aborti, si registra quest’anno un lieve rialzo che comunque non va considerato un’inversione di tendenza. Quella di Marrone per Viale è una boutade visto che la circolare che autorizza i consultori all'uso della pillola è nazionale. 

print_icon