Posate il fiasco, frena l'export del vino
13:29 Venerdì 30 Agosto 2024Rallenta la vendita extra Ue della produzione italiana. Con quasi 4,7 milioni di ettolitri esportati tra gennaio e giugno e un consuntivo dei sei mesi a 2,1 miliardi di euro resta comunque un mercato strategico. Picchiata di Russia e Giappone cala anche in Usa
Rallenta la corsa dell’export di vini italiani nei paesi extra Ue nel primo semestre, pur mantenendosi in terreno positivo. Con quasi 4,7 milioni di ettolitri esportati tra gennaio e giugno e un consuntivo dei sei mesi a 2,1 miliardi di euro, l’extra-Ue si conferma così la piazza-locomotiva del mercato, a fronte di una domanda comunitaria sin qui sensibilmente più fredda. Lo fa sapere l’Osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato gli ultimi dati export ufficiali relativi ai top 12 Paesi della domanda.
La frenata delle spedizioni è dovuta ad un giugno molto negativo, che ha segnato -10% volume e -7% valore la variazione tendenziale per sparkling e imbottigliati fermi e frizzanti, con un -13,5% nelle quantità per questi ultimi. Rispetto ai primi 5 mesi 2024, il totale volume del semestre è passato da +10% di maggio a +6,3% di metà anno, mentre a valore passa da +7,3% a +4,7%.
Tutti i top 12 Paesi della domanda extra-Ue, ad eccezione di Sud-Corea, Messico e Australia, registrano nell’ultimo mese un arretramento degli ordini di vini in bottiglia fermi e frizzanti tricolori, che chiudono così il semestre dimezzando la crescita volumica registrata appena 30 giorni prima (+4,4% rispetto a +8,5%), con i valori che da +6% scendono a +3,5%. In leggera contrazione anche gli spumanti, con volumi esportati passano da +18% a +14,5%, con i valori da +12,3% a +9,3%. Il prezzo medio complessivo del semestre si attesta su un tendenziale di -1,5%.
Oltre ai prevedibili acquisti in picchiata di Russia (-25%) e Giappone (-10%), a giugno l’Osservatorio rileva performance a volume in rallentamento in particolare per Regno Unito (-15%), Svizzera (-12%), Canada (-18%) e Cina (-12,5%). Segnali di stanchezza anche dagli Usa (-4,8%, con +1% a valore), che restano positivi pur con una crescita sostenuta dagli spumanti ma meno evidente (da +4,5% di maggio a +2,9% di giugno); si è infatti accentuata la forbice tra la domanda di imbottigliati fermi e frizzanti (-9% a volume il tendenziale del mese di giugno) e quella relativa agli sparkling (+5%).