AGRICOLTURA

Piemonte senza nocciole, agricoltori chiedono aiuto al "collega" Cirio

Cambiamento climatico e fitopatie hanno dimezzato il raccolto. Confagricoltura scrive al governatore (anche lui imprenditore nel settore corilicolo) per chiedere interventi in tempi rapidissimi. Ferrero costretta ad approvigionarsi all'estero

L’ultima fatica prima di prendersi qualche giorno di riposo e poi partire per Tokyo è stata proprio nel suo noccioleto per la “magra” raccolta dell’anno. E proprio le nocciole sono una delle prime cose di cui dovrà occuparsi Alberto Cirio ora che è rientrato al grattacielo, questa volta nella veste di governatore. Gli agricoltori chiedono interventi “in tempi rapidissimi con un piano strategico articolato, che possa garantire la sopravvivenza delle imprese”. Il cambiamento climatico, le fitopatie insorte anche nelle piante più giovani sono i principali elementi che hanno messo in ginocchio il settore corilicolo secondo quanto afferma Confagricoltura Piemonte che proprio in queste ore ha scritto a Cirio e all’assessore all’Agricoltura Paolo Bongioanni per chiedere un intervento.  

“La coltivazione della nocciola piemontese manifesta le conseguenze del cambiamento climatico che ha caratterizzato, in modo particolare, le stagioni più recenti. Negli ultimi tre anni, infatti, le rese non sono state all’altezza delle aspettative, compromettendo la sostenibilità economica delle imprese” ha evidenziato il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia. La siccità estrema e il mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo nel periodo invernale, unitamente alle abbondanti precipitazioni primaverili, che hanno contribuito ad accentuare i fenomeni di stress, amplificando così la caduta precoce delle nocciole e l’insorgere di alcune fitopatie, come la citospora, che normalmente colpisce i noccioleti più datati, ma nell’ultimo periodo ha fatto registrare danni ingenti anche sulle piante più giovani, hanno compromesso il processo di impollinazione e crescita delle piante, danneggiando gravemente le produzioni. È stimata una perdita fino al 50 percento sul raccolto che porterebbe così alcune aziende dolciarie a rivolgersi altrove per soddisfare le esigenze di mercato. Il riferimento, neanche a dirlo, è alla Ferrero che proprio in questi giorni ha lanciato sul mercato la versione vegana della Nutella e che già per soddisfare il proprio fabbisogno si rivolge a mercati esteri come Turchia, Stati Uniti e Cile. “Desideriamo tutelare la filiera locale piemontese della nocciola e per questo, come per altre produzioni sinonimo di eccellenza dei nostri territori, abbiamo chiesto alla Regione di attivare misure strategiche, utilizzando i fondi del Psp, a sostegno delle imprese agricole per favorire, ad esempio, il rinnovo del parco noccioleti attraverso l’espianto e il reimpianto, prevedendo sostegni per il mancato reddito e la realizzazione di impianti di irrigazione” rimarca Allasia.

Confagricoltura Piemonte ha sottolineato, poi, quanto il prezzo di mercato, variabile dai 320 ai 420 euro/quintale, battuto alla Fiera di Castagnole Lanze, non sia sufficiente a ripagare le spese sostenute per la produzione e i rischi affrontati. “È necessario investire nella ricerca scientifica, per lo sviluppo di varietà e cloni adatti a fronteggiare lo scenario dei nuovi cambiamenti climatici e capaci di contrastare le problematiche fitosanitarie tipiche della coltura, nonché adottare nuove tecnologie implementando strategie innovative per favorire pratiche agronomiche più sostenibili” conclude il presidente Allasia.

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