Sarà l'anno del Dragone per Torino?
Gay: "Dongfeng è un'opportunità"
14:17 Giovedì 05 Settembre 2024
Il presidente degli industriali apre allo sbarco del colosso cinese in Piemonte. L'assessore regionale Tronzano conferma: "Abbiamo proposto alcuni siti, collaboriamo col Governo". I vertici del gruppo la settimana prossima sotto la Mole per il Salone dell'auto
Dalla Cina con furore. Dongfeng sta cercando, attraverso il Governo, dei siti sui territori italiani e l’area Torinese si candida per ospitare un loro insediamento produttivo. “Questo territorio ha un indotto nel settore della mobilità, anche a livello internazionale, che gli permette di essere attrattivo, per chi vuole utilizzare tutta questa competenza. Ogni opportunità non è da scartare, ma da valutare e da approfondire”. Il presidente dell’Unione Industriali di Torino Marco Gay sul possibile sbarco di gruppi cinesi in Piemonte, a margine della presentazione del Big Science Business Forum. “Per quanto riguarda Stellantis l’auspicio è che si continuino a fare investimenti nel nostro Paese e che soprattutto ricerca, sviluppo e ingegneria trovino casa nella nostra Torino perché ci sono le condizioni” ha aggiunto il numero uno di via Fanti. “Dal primo di agosto qui c’è la Vehicle Valley, fondazione che si occupa di automotive, mobilità e smart mobility, che raggruppa tutto l’indotto per dare una rappresentazione plastica e concreta di quello che siamo, di come possiamo crescere e di come possiamo attrarre nuove iniziative. È un progetto di sistema”.
“Dobbiamo collaborare molto con il governo perché la Cina è una nazione importante che però si contrappone al blocco occidentale e quindi bisogna dal punto di vista industriale cercare di fare in modo che vengano a produrre qui e che assumano persone del territorio – afferma l’assessore regionale alle Attività Produttive Andrea Tronzano –. Collaboreremo con il governo perché è una partita molto delicata”, ha aggiunto. Dongfeng sarà a Torino la prossima settimana in occasione del Salone Auto, al via venerdì 13 settembre e tutti si auspicano che possa essere l’occasione per valutare i potenziali siti piemontesi.
Da tempo la Dongfeng Motors, colosso statale cinese con sede a Wuhan, sta considerando l’apertura di una fabbrica in Italia per realizzare un hub produttivo per tutta l’Europa. È questo il progetto sul tavolo del governo, accelerato senz’altro dall’ultima missione in Cina della premier Meloni; o almeno quello che ne è filtrato. Dongfeng ha una storia molto lunga ed è stata spesso coinvolta in partnership strategiche con costruttori non cinesi soprattutto, per operare sul ricco mercato interno. Ma non solo. L’azienda di Wuhan è ancora socia di Stellantis con l’impegno però di uscire dal capitale di cui detiene dalla fine dello scorso anno solo l’1,5%. Una quota residua del 14% del gruppo Psa che aveva acquisito nel 2014 partecipando al salvataggio dell’antico gruppo francese fondato dalla famiglia Peugeot.
Già lo scorso mese di aprile alla presentazione commerciale di uno dei diversi marchi (Voyah) della galassia Dongfeng, Qian Xie, responsabile delle operazioni europee del Gruppo, aveva anticipato: “Stiamo valutando la costruzione di una sede produttiva nel Continente dalla capacità iniziale di 100 mila veicoli l’anno. L’Italia non è esclusa...”. La trattativa è complessa perché attualmente i cinesi sono visti come i principali rivali dei costruttori europei per la loro posizione dominante sull’elettrico e per gli aiuti di Stato (di Dongfeng Pechino è anche l’unico azionista). Quindi, tutto si gioca, come ha più volte sottolineato il ministro Adolfo Urso, “sul coinvolgimento della filiera italiana dei fornitori in quanto non sono gradite operazioni solo di assemblaggio, ma devono coinvolgere tutto il ciclo produttivo” (comprese le batterie).
Byd in Ungheria, Chery in Spagna, Leapmotor in Polonia e adesso Dongfeng che si avvicina all’Italia. L’automotive del Dragone approda nel vecchio continente per produrre direttamente le sue auto elettriche sul suolo europeo. Il settore automobilistico, fondamentale per i mercati Ue, è ora al centro della cronaca economica. La sfida è la trasformazione, già in atto, della mobilità sempre più elettrica, tema che riscontra ancora difficoltà in Italia e che inevitabilmente contempla i rapporti con la Cina, il maggior produttore e consumatore di veicoli elettrici.