Sanità del Piemonte? "A noi!". L'assessore e il manipolo FdI
Stefano Rizzi 07:00 Lunedì 09 Settembre 2024Riboldi partecipa a riunioni ufficiali con la nuova fidanzata al seguito, arruola l'ex direttore Galante, oggi dirigente del partito (e nel team olimpico). Nello staff anche il fedelissimo cardiologo e concittadino Nardi. Per lui un ingaggio inusuale in Azienda Zero
Più che un cordone sanitario, quello di cui l’assessore Federico Riboldi sta circondandosi, sembra una matassa tra le zampe di un gatto. Passati poco più due mesi dall’insediamento al ventiquattresimo piano del grattacielo, l’ex sindaco di Casale Monferrato, brillante esponente di Fratelli d’Italia, branca sociale che ha in Andrea Delmastro il proprio riferimento, e numero due del partito in Piemonte, accingendosi a mettere mano alle innumerevoli questioni aperte e complicate della sanità piemontese, non tralascia di crearsi una squadra di fedelissimi. Un drappello di uomini di fiducia guidati dalla sua storica segretaria e da Fabrizio Priano, responsabile del dipartimento culturale del partito, consigliere comunale di Alessandria, “capo di gabinetto e futuro candidato sindaco” come ama presentarsi. Nessuno stupore, così fan tutti, a destra come a sinistra. Semmai sono il metodo, i passaggi, gli annunci e altro ancora a destare qualche perplessità e più di una domanda su una pratica consolidata e ulteriormente accentuata nel centrodestra dopo il successo del partito di Giorgia Meloni e la messe di modelli che dal governo e sottogoverno discende con tutto quel che ne consegue, inciampi fragorosi compresi.
Nei giorni scorsi, la prima conferma di quella che era più di una voce neppure sussurrata nel partito e più ancora tra dirigenti e funzionari della Regione, ovvero il rientro negli uffici dell’ente di un suo grand commis, da non molto pensionato. Valter Galante, direttore regionale di lungo corso gran parte del quale compiuto nella sanità, ma con esperienze sempre di vertice anche nel settore agricolo, entra nello staff di Riboldi. Aggregato, a titolo gratuito (non potrebbe essere altrimenti visti i rigidi paletti della legge Madia su chi è in quiescenza) all’ufficio di comunicazione, fornirà la sua esperienza – “un po’ datata” nella versione dei detrattori, “preziosa” naturalmente per l’assessore – frutto di anni, decenni, nel settore: dalla nascita del 118 alla direzione di aziende sanitarie, financo alla lontana esperienza pure di assessore quando ventun anni fa subentrò, con ancora la tessera della Cgil in tasca, nella giunta di Enzo Ghigo, ad Antonio D’Ambrosio.
Scelta tecnica, ma non meno politica quella di Galante visto il suo ruolo di responsabile a livello regionale per la sanità all’interno di FdI e il lavoro svolto per la stesura del programma elettorale quando quello di Riboldi era ancora solo uno dei nomi che circolavano quale potenziale successore del leghista Luigi Icardi nella futura giunta di Alberto Cirio. Nel frattempo, l’ex alto dirigente della Regione ha ricevuto un altro incarico, stavolta non dal Piemonte, ma dalla Fondazione Milano Cortina 2026. Insieme al primario di Ortopedia e Traumatologia di Città della Salute Giuseppe Massazza, chief medical officer delle Olimpiadi Invernali e Gianluca Ghiselli, già direttore sanitario e ora capo dipartimento di Azienza Sanitaria Zero, Galante completa il terzetto a cinque cerchi piemontese con un ruolo nell’organizzazione e coordinamento dei servizi sanitari, anche in questo caso con l’esperienza di Torino 2006. Se definito risulta il compito nella sanità olimpica, ancora piuttosto nebuloso appare quello derivante dall’incarico ricevuto da Riboldi che, a quanto risulta, dovrà appunto essere dettagliato proprio per indirizzare su linee e temi precisi il ruolo di advisor, utilizzato dallo stesso assessore per presentare i suoi stretti collaboratori.
Già, perché oltre a Galante, l’annuncio pur non ufficiale ma fatto con notevole anticipo da Riboldi, appena dopo aver ricevuto la delega alla Sanità, riguarda un altro profilo, quello di Federico Nardi, primario di Cardiologia all’ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato e direttore del dipartimento di Medicina dell’Asl di Alessandria. Un lungo curriculum professionale, in cui figurano anche anni in divisa come ufficiale medico in un reparto Nato, pubblicazioni scientifiche ed encomi militari, Nardi è legato da strettissima amicizia con l’assessore ed entrambi non ne fanno certo mistero. L’uno e l’altro non mancano di pubblicare sui social le foto in cui sono insieme e le occasioni non mancano.
Qualcuno perfidamente ha notato che ciò non è accaduto nella recente audizione di Riboldi in commissione consiliare al Comune di Torino, dove però si è presentato accompagnato dalla nuova fidanzata suscitando la curiosità di più di un consigliere su quella presenza femminile, ancorché per nulla istituzionale, esaudite con la spiegazione del legame affettivo, pur con notazione politica essendo, la giovane signora, stata una collaboratrice dell’eurodeputato meloniano Carlo Fidanza.
Quella volta Nardi non c’era, ma era al fianco di Riboldi in un recente incontro sulla sanità del Canavese e altri ancora negli uffici del grattacielo, pur senza ancora la nomina ufficiale. Nomina in procinto di essere formalizzata in queste ore anche se, a quanto risulta, non seguirà lo stesso percorso di quella di Galante, imboccando una strada apparentemente più complicata e fonte di legittimi interrogativi. Per Nardi, che dovrebbe occuparsi delle reti cliniche ospedaliere di tutta la regione, è pronta una convenzione tra l’Asl di Alessandria da cui dipende e Azienda Sanitaria Zero: dunque non gli uffici dell’assessore di cui deve diventare consulente. La ragione di quello che appare come un escamotage, potenzialmente foriero di conseguenze, sarebbe la ristrettezza di risorse che in questa nuova legislatura segnano gli staff degli assessori. I circa 80 euro all’ora che verrebbero riconosciuti al cardiologo per il tempo (suddiviso a metà tra l’orario di servizio e quello al di fuori) che dedica alla collaborazione con Riboldi, si troverebbero più facilmente nell’azienda diretta da Adriano Leli. Ma, a quel punto, Nardi sarebbe un consulente della Super Asl e non dell’assessore. La “dipendenza” da Leli sarebbe solo formale? E ancora, l’advisor avrebbe la facilità e la veste di partecipare a tutti gli incontri che Riboldi riterrà utili come avverrebbe nel caso di un inserimento nello staff? È pur vero che nei piani a breve termine c’è il trasloco di Azienda Zero nel grattacielo, ma basterà ridurre o azzerare le distanze fisiche per spiegare una scelta che a oggi appare, perlomeno, inusuale?