Rapetti e le promesse da marinaio. Niente aiuto Pd, sfuma la Provincia
Stefano Rizzi 14:30 Lunedì 09 Settembre 2024Il sindaco di Acqui Terme non raccoglie le firme necessarie per la candidatura. Rapida retromarcia dem per evitare imbarazzi. La destra gongola, ma ha bisogno dei voti del primo cittadino acquese. Per lui pare in arrivo un posto nelle partecipate della Regione
Sembra che quando c’è una promessa (o qualcosa che le somigli) di mezzo, il sindaco di Acqui Terme incontri solo marinai. E così, sfumato l’aiuto che gli sarebbe dovuto arrivare da una parte del Pd nella raccolta delle firme, per Danilo Rapetti è naufragata la candidatura alla presidenza della Provincia di Alessandria. Candidatura “solitaria” che era scaturita da quella che per il primo cittadino della città termale era una promessa, mentre per chi gli aveva parlato, ovvero il “federale” meloniano in terra mandrogna Federico Riboldi si trattò, appunto, solo di un pour parler.
Sfumata la candidatura per il centrodestra con benedizione di Fratelli d’Italia, Rapetti scende in campo provocando scompiglio su entrambi i fronti. I dem annusano l’aria e capiscono che la sua presenza può facilitare il loro candidato Domenico Miloscio nella competizione contro l’avversario di FdI (sostenuto da Lega e Forza Italia) Luigi Benzi. L’accordo, inconfessato, tra Rapetti e il Pd frutto di incontri nei pressi della piazza del capoluogo su cui s’affaccia Palazzo Ghilini, ma anche Palazzo Rosso sede del municipio, avrebbero previsto almeno una sessantina di firme raccolte soprattutto nei Comuni più piccoli, dove meno etichettabili sono i consiglieri. Ma quando lo schema, pian piano è venuto a galla, nel Pd è partito l’ordine di immersione rapida al fine di evitare imbarazzi. Alla fine il mancato candidato, potenziale terzo incomodo, deve contare sulle dita di una mano l’aiuto dem. Restano quelle circa 260 firme lontane ma non così tanto dalla soglia delle 320. E quelle firme hanno il sapore del voto per chi adesso guarda a come si muoverà il sindaco con quel pacchetto di consensi concentrato in particolare nella sua città e nei dintorni.
Come orienterà i suoi fedelissimi che lo hanno sostenuto nella pazza corsa solitaria? Guarderà a sinistra dove tra i candidati c’è pure un suo consigliere comunale di Italia Viva Nicola De Angelis oppure a destra (sua area storica di riferimento essendo stato in Forza Italia e poi nella Lega) dove c’è un’altra renziana come Martina Filippi, di Casale Monferrato e figlia del compianto presidente della Provincia Paolo Filippi del Pd, candidata dallo stesso Riboldi? Il telefono di Rapetti in queste ore squilla e riceve messaggi, soprattutto dal fronte destro. Verso il il quale il candidato mancato pare intenzionato ad orientare i “suoi” voti. Magari guardando a un ruolo che vada oltre la cinta daziaria, magari nell’’ambito delle partecipate regionali, guardando non senza interesse a un posto nella governance di Finpiemonte. Le premesse (viste le succitate blandizie) potrebbero esserci, il problema semmai restano le promesse.