Fardelli d'Italia in Piemonte:
il caso del super consulente
Stefano Rizzi 07:00 Lunedì 16 Settembre 2024
Con una convenzione Azienda Zero ingaggia il cardiologo Nardi (uomo di strettissima fiducia dell'assessore Riboldi) per il "coordinamento con la direzione regionale". Ma Leli e Sottile non possono parlarsi, senza intermediari? L'ennesima complicazione nella Sanità
Ucas. Un nuovo acronimo aleggia sulla sanità piemontese, da pochi mesi nelle mani del Fratello d’Italia Federico Riboldi, il quale oltre ai fardelli che ogni assessore eredita da predecessori più o meno lontani, sembra doversene accollare altri, nuovi e forse non proprio inevitabili. Tra questi è difficile non annoverare quel che appare, magari poi spiegheranno che così non è, proprio l’ufficio complicazioni affari semplici, l’Ucas insomma, sia pure nella versione in camice bianco. Per averne contezza basta leggere la delibera dell’Asl di Alessandria che approva e definisce la convenzione con Azienda Sanitaria Zero con cui si autorizza la Super Asl diretta da Adriano Leli a fruire delle professionalità di Federico Nardi, primario cardiologo dell’ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato (città di cui Riboldi è stato sindaco prima di essere eletto in Regione), nonché direttore del dipartimento di medicina dell’Asl stessa, con competenza su tutti i cinque ospedali.
Nella delibera del direttore dell’Asl Luigi Vercellino, che fa riferimento al testo di convenzione proposto da Azienda Zero, riportandone fedelmente alcune parti, si spiega la ragione dell’ingaggio del primario cardiologo per lo svolgimento dell’”attività di coordinamento tra la direzione regionale della Sanità e l’Azienda Zero sulle tematiche di organizzazione sanitaria e farmacoeconomia”. Una motivazione che tradotta in maniera un po’ grossier, ma comprensibile, significa che ad oggi serve una figura, un esperto, per far parlare tra di loro Leli e il direttore regionale della Sanità Antonino Sottile, a tacer del fatto che il primo dipende nella gerarchia organizzativa della sanità piemontese dal secondo. Senza dire della vastità dell’oggetto, definito nella convenzione, che pare lambire fin quasi a valicare i confini dello scibile sanitario, farmacoeconomia compresa. E, ancora, la ulteriore facilità di interlocuzione che presto sarà offerta dal trasloco di Azienda Zero, sia pure a qualche piano di differenza rispetto agli uffici della direzione, nel grattacielo della Regione, come annunciato l’altro giorno dallo stesso assessore.
Davvero la macchina della sanità piemontese, già a dura prova sui tornanti delle liste d’attesa e le strade sconnesse dalla carenza di personale, è messa così male da avere il suo apice tecnico-burocratico non in grado di interloquire e predisporre azioni con quella struttura alle sue dipendenze, Azienda Zero, nata proprio per migliorare e snellire processi e procedure? E quest’ultima da palesare la necessità di una sorta di ufficiale di collegamento?
La delibera dell’Asl di Alessandria numero 754 del 6 settembre scorso, oltre a definire l’impegno di Nardi per un totale di 80 ore mensili i cui 40 in orario di servizio e altrettante fuori con le prime senza nessun onere per la Super Asl (paga già l’azienda di Alessandria) e le seconde retribuite da Azienda Zero all’Asl di Alessandria (che a sua volta ne girerà parte al medico) con la tariffa di 60 euro lordi all’ora, la delibera, si diceva, fissa anche il periodo della convenzione dal 1 settembre (cinque giorni prima dell’atto stesso) al 31 agosto del 2025.
Che Riboldi avesse in animo, senza affatto nasconderlo, di contare sulla professionalità e l’esperienza del cardiologo della sua città non è un mistero, né deve stupire. Non è raro trovare precedenti in tal senso. A far riflettere, semmai, è proprio quella motivazione, a dir poco ampia nei temi e difficilmente comprensibile per le ragioni che abbiamo detto e che, di fatto, se così fosse paleserebbero un problema tra la direzione regionale e Azienda Zero portando a una soluzione “esterna” rispetto alle dinamiche che debbono guidare il funzionamento della macchina. Le voci, autorevoli e dei diretti interessati, rispetto al ruolo di advisor di Nardi facevano riferimento a un suo apporto, ovviamente in termini di consulenza, rispetto all’organizzazione della rete ospedaliera che già è un tema ampio, ma non certo quanto quello messo nero su bianco dalla convenzione. La stessa scelta di un ingaggio da parte di Leli, anziché un inserimento nello staff dell’assessore (come nel caso dell’altro consulente, l’ex direttore regionale e a lungo ai vertici di Asl, nonché con un lontano passato anche da assessore, Valter Galante) troverebbe diverse motivazioni, non ultime quelle legate alle procedure e alla remunerazione, visto che al contrario del pensionato Galante (che lavorerà gratis) Nardi è un dirigente di rilievo dell’Asl alessandrina, dove gli impegni sia da specialista e primario, sia da capo del dipartimento (oltre all’attività libero professionale svolta in intramoenia presso studio esterno) non mancano di certo.
La questione principale, tuttavia, resta quella evidenziata a ragione dell’ingaggio da parte di Azienda Zero. Perché se quest’ultima ha bisogno di un intervento esterno, pur altamente qualificato, per coordinarsi con la direzione regionale della Sanità, un problema c’è. E se non c'è, la spiegazione va cercata altrove, guardando oltre l'Ucas.