Bombardieri nella trincea dei pm. A capo della Procura di Torino
14:33 Lunedì 16 Settembre 2024Il magistrato proveniente da Reggio Calabria si è insediato oggi. "Un grande onore" assumere l'incarico in una sede retta in passato da figure "che hanno dato lustro alla magistratura" e che dopo le tensioni degli ultimi tempi ha bisogno di ritrovare serenità
La lotta alla criminalità organizzata e ai settori della pubblica amministrazione e della politica che stringono “patti scellerati” con le mafie; poi gli interventi contro la violenza di genere, e il contrasto “senza tentennamenti e senza timori” ai fenomeni collegati all’eversione e a coloro che “non accettando le regole democratiche, cercano di imporre con la forza la propria visione”. Saranno questi i binari su cui si incardinerà l’azione della procura di Torino sotto la guida del suo nuovo capo, Giovanni Bombardieri, 61 anni, originario di Riace, che si è insediato formalmente oggi con una cerimonia celebrata a Palazzo di giustizia dal presidente del tribunale, Modestino Villani.
Bombardieri ha parlato della necessità di “non lasciare sole” le vittime di mafia e le persone che denunciano la criminalità organizzata. “È importante – ha detto – capire che non è tempo di voltare la faccia da un’altra parte. Troppo spesso abbiamo sentito i testimoni di giustizia affermare di essere stati lasciati soli persino da coloro che ritenevano amici. Per questo rivolto un saluto a tutti quelli che, realmente e lealmente, senza proclami ma con i fatti, sono impegnati nella tutela delle vittime”. Quanto alla violenza di genere, il neo procuratore ha spiegato che si tratta di “un fenomeno tristemente comune a tutto il Paese che purtroppo affonda le radici in un generalizzato problema culturale che non può essere affrontato solo con lo strumento della giustizia penale, ma con misure sociali e anche economiche”. “In ogni caso – ha aggiunto – da parte nostra sarà sempre più decisa la tutela delle persone più deboli, delle persone più esposte all’arroganza di chi pensa di poter affermare con la violenza il proprio potere”. In attesa dell’arrivo del nuovo procuratore l'ufficio è stato diretto dalla vicaria, Enrica Gabetta, in procinto di andare a La Spezia: “Ti consegno – ha detto al collega – una procura seria, che lavora a testa bassa e che cerca di restare lontano dai clamori mediatici. Anche il personale amministrativo, nonostante una scopertura dell’organico che tocca il 40%, opera con dedizione”.
Entrato in magistratura nel 1989, nella sua carriera è stato giudice del Tribunale di Locri dal 1990 al 1995, poi sostituto procuratore della Dda di Roma fino al 2012 quando il Csm lo nominò procuratore aggiunto di Catanzaro. Incarico, questo, ricoperto dal magistrato calabrese fino al 2018 quando il Consiglio superiore della magistratura gli affidò la Procura di Reggio Calabria. Bombardieri ha affermato che per lui “è un grande onore” assumere l’incarico in una sede retta nel corso dei decenni da figure (da Bruno Caccia a Marcello Maddalena, da Giancarlo Caselli ad Armando Spataro e in ultimo ad Annamaria Loreto) “che hanno dato lustro alla magistratura”. Una sede che negli ultimi tempi è stata segnata da scontri interni e da vere e proprie lotte tra magistrati – uno dei motivi che hanno indotto il Csm a propendere per una nomina esterna – e che spera ora di ritrovare quella serenità necessaria a svolgere il proprio delicato compito. Nel corso del suo intervento il neo procuratore generale, Lucia Musti, che si è insediata sabato scorso, ha detto che Bombardieri “è l’uomo giusto al posto giusto”.