LA SACRA RUOTA

Tavares pensa alla sua (ricca) pensione. Gli operai Stellantis a tenersi il posto

È lo stesso ceo a non escludere l'uscita dal gruppo nel 2026, allo scadere del contratto. Sempre che Elkann e soci non lo mettano alla porta prima. Di certo non avrà una vecchiaia di stenti: nell'ultimo anno ha incassato oltre 36 milioni. E sulla fusione con Renault...

Carlos Tavares in pensione dal 2026? “È un’opzione”. A prospettarlo è stato lo stesso ceo di Stellantis, il cui mandato scade a gennaio 2026, parlando con i giornalisti al termine di una visita allo storico stabilimento Peugeot di Sochaux, in Francia. Parole, quelle riportate da diverse agenzie francesi, che avvicinano il ritiro del manager portoghese e che sembrano confermare le indiscrezioni dei giorni scorsi, secondo le quali il presidente del gruppo, John Elkann, ha già dato il via alla ricerca di un successore per il posto di ceo del gruppo automobilistico occupato dal 2021, quando la società è nata, dal manager franco-portoghese.

“Nel 2026, la persona che vi risponde avrà 68 anni, e questa è un’età ragionevole per andare in pensione. Per questo è un’opzione”, ha spiegato Tavares ai giornalisti. La casa automobilistica ha avviato un processo di successione, come è “normale” fare in un gruppo di questa importanza, ha spiegato la stessa società a fine settembre. E nei prossimi giorni, presso la sede americana del gruppo ad Auburn Hills, vicino a Detroit, sarebbe in programma una riunione del Consiglio di amministrazione di Stellantis, “programmata da tempo”, proprio con questo tema all’ordine del giorno.

Tavares non deve fare certo i conti con la Fornero o “Quota 41” né tantomeno ha preoccupazioni economiche per la sua vecchiaia. Stando alla Relazione Annuale della società, ha infatti percepito nel 2023 una retribuzione di circa 13,5 milioni di euro, 1,4 milioni in meno rispetto al 2022 (14,9 milioni di euro). Oltre alla retribuzione di base e variabile, però Tavares ha ricevuto un incentivo per la trasformazione di Stellantis in un provider di mobilità tecnologica sostenibile, pari a 10 milioni, approvato nel 2021 dal board. Parallelamente sono stati attribuiti al ceo incentivi a lungo termine pari a 13 milioni che saranno assegnati a Tavares solo se saranno raggiunti nei prossimi anni specifici obiettivi di performance. Sommando anche questi ultimi incentivi il totale che potrebbe ricevere arriva a 36,5 milioni, vetta assoluta nel settore automotive. Per la cronaca il “povero” Elkann ha percepito nel 2023 compensi complessivi per circa 4,8 milioni (in calo dai 5,85 milioni del 2022).

Tavares in Francia ha anche parlato delle difficoltà che sta attraversando Stellantis, che però “non mettono in discussione la strategia prevista dal gruppo”. Il ceo ha anche aggiunto che sarà in grado di risanare la situazione finanziaria del gruppo entro la fine del suo mandato, nel 2026, e ha confermato la sua intenzione di rimanere fino al termine dell’incarico, perché anche il Consiglio di amministrazione non ha motivo per sostenere il contrario. Infine, Tavares ha smorzato le voci su una possibile fusione fra Stellantis e Renault definendole “pura speculazione”.

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