GLORIE NOSTRANE

Dalla Sala Rossa a Strasburgo, l'ex M5s si ricicla in FdI

La parabola di Francesco Sicari, ex presidente del Consiglio comunale quando il sindaco era Appendino. Si sperticò in appelli per l'unità tra Pd e pentastellati, poi è finito con la Meloni. Ora fa il portaborse di Crosetto Jr al Parlamento europeo

Dalla presidenza del Consiglio comunale di Torino ad assistente parlamentare di Giovanni Crosetto a Strasburgo. Dal Movimento 5 stelle ai Fratelli d’Italia, anzi al nipote d’Italia. Dai concioni sul futuro della sinistra alla destra più identitaria. È la nuova vita di Francesco Sicari, una delle tante meteore pentastellate atterrate in Sala Rossa sulla scia del successo elettorale di Chiara Appendino contro Piero Fassino, nel 2016. Uno dei fedelissimi della prima cittadina, almeno finché lei è rimasta nei paraggi e tentato di tenere insieme quell’armata brancaleone che l’ha accompagnata nel suo lustro a Palazzo civico. Poi ognuno per la sua strada. E quella di Sicari l'ha portato dritto a Strasburgo (si fa per dire, perché in realtà il suo incarico prevede il presidio del collegio elettorale in Italia) dopo essersi lentamente avvicinato al partito di Giorgia Meloni nei mesi in cui i sondaggi ne segnalavano l’ascesa. Lo Spiffero raccontò di questa folgorazione sulla via della Garbatella, già nel dicembre 2022 salvo ricevere dal diretto interessato una piccata smentita: “Non mi occupo di politica da febbraio” aveva scritto in un messaggio whatsapp. Non ci credemmo noi, non ci credeva nessuno. Ora la conferma.

Nato il 14 luglio (la presa della Bastiglia!) a lui bastarono poco più di quattrocento preferenze per prendersi un posto in Consiglio comunale. Detestato da alcuni colleghi che lo incolpavano di dossieraggio contro di loro (per informazioni chiedere all'ex consigliera grillina Deborah Montalbano) riuscì comunque a salire sullo scranno più alto dell'aula. Quando venne eletto a 29 anni era laureando in ingegneria, quando finì il mandato pure. Durante la campagna elettorale del 2021 si distinse con accorati appelli per un candidato unico che tenesse insieme Pd e M5s, in ottica anti Lo Russo. Ma gli andò male. E per lenire la delusione, forse, virò a destra.

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