Lo Russo piace alla Meloni, molto meno al Pd. Manfredi verso la guida dell'Anci
18:00 Mercoledì 09 Ottobre 2024Anche dopo il vis-a-vis con Lollobrigida, il nome del sindaco di Torino non decolla. I dem vogliono il primo cittadino di Napoli, Salvini ha già dato l'ok. Forza Italia apre in cambio dell'impegno a non candidarsi alle regionali in Campania. Accordo vicino
Sul tavolo, al momento, c’è solo un nome ed è quello di Gaetano Manfredi. Anche ieri, durante l’ultima riunione del tavolo nazionale che periodicamente si riunisce per definire i nuovi assetti dell’Anci è attorno al sindaco di Napoli che si sono fatte valutazioni ed espresse richieste. Gli altri due nomi – i primi cittadini di Milano, Beppe Sala, e Torino, Stefano Lo Russo – potrebbero rientrare in gioco, soprattutto il secondo, solo se dovesse saltare il banco su Manfredi. Ma a quel punto tutta la partita si riaprirebbe e non sarebbero escluse strade fin qui inesplorate.
Tra i protagonisti delle trattative in corso durante queste ultime ore, il Pd ha sostituito il sindaco di Mantova Mattia Palazzi con la premiata ditta in sfracelli elettorali Taruffi & Baruffi (i gemelli diversi della segreteria), i quali dopo l’ottima performance offerta sui candidati governatore nella scorsa tornata delle regionali (zeru tituli), sono tornati protagonisti a dimostrazione di quanto Elly Schlein voglia accentrare la scelta finale. Votano i sindaci, certo, ma è lei che vuole decidere. E infatti il pallino resta nelle mani del Nazareno che ha l’onere di dover proporre un nome il più possibile condiviso con il centrodestra. E proprio la necessità di trovare un accordo ha di fatto escluso dalla conta Sala, che sconta il veto di tutto il centrodestra (non gli hanno giovato le polemiche, e ora addirittura il ricorso, sull’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi). Su Manfredi c’è invece una disponibilità a discutere: Matteo Salvini ha dato un sostanziale via libera, mentre Forza Italia – rappresentata in questo consesso da Maurizio Gasparri – avrebbe avanzato all’ex rettore partenopeo una richiesta precisa: “Dichiari pubblicamente di non volersi candidare alla presidenza della Regione Campania”. Chiaro l’intento di non fornirgli un palcoscenico (l’Anci, appunto) dal quale costruirsi una campagna elettorale a suon di rivendicazioni e attacchi contro il Governo.
Attorno a Fratelli d’Italia c’è ancor più scetticismo ed è per questo che non più di una settimana fa il ministro Francesco Lollobrigida ha sondato Lo Russo, durante la giornata conclusiva di Terra Madre: il primo cittadino di Torino ha un profilo più diafano e meno connotato politicamente, è persona poco incline alle polemiche e ha instaurato con il governatore di centrodestra Alberto Cirio uno strettissimo rapporto di collaborazione e riconoscimento reciproco nel solco della concordia istituzionale. La premier non potrebbe chiedere di meglio in tempi di vacche magre, mentre tornano ad aleggiare i fantasmi dei tagli agli enti locali. Certo anche dell’appoggio di Cirio – nella doppia veste di governatore del Piemonte e numero due di Forza Italia – Lo Russo continua a scontare una certa freddezza (quando non aperta ostilità) del suo partito. Nessuno, infatti, nel Pd ha fatto il suo nome, anche se spera di ricevere il sostegno da parte di quei sindaci lombardi finora schierati con l'inquilino di Palazzo Marino.