Medici al voto, staffetta nell'urna
Oscar Serra 07:00 Sabato 26 Ottobre 2024Elezioni all'Ordine di Torino dal 27 al 29 ottobre. Quattro liste in campo. Il presidente uscente Giustetto tenta l'ultimo mandato e prepara il passaggio di testimone con la segretaria dell'Anaao Rivetti. Esito più che mai incerto. Polemiche per candidati no vax
Quattro liste e 86 candidati ai nastri di partenza, e una leadership che questa volta appare davvero contendibile. Dal 27 al 29 ottobre gli oltre 18mila camici bianchi di Torino sono chiamati al voto per il rinnovo dell’Ordine dei Medici. Da una parte il presidente uscente Guido Giustetto, 73 anni da Pinerolo, in corsa per il suo quarto mandato al vertice (dopo due da vicepresidente) con la lista “Medici insieme per il futuro”; dall’altra un fronte di tre le formazioni alternative. Si vota dalle 9 alle 22 per eleggere, oltre al presidente, i 15 componenti del Consiglio direttivo, 7 membri della Cao – Commissione albo odontoiatri – e i 2 componenti effettivi più il supplente del Collegio dei Revisori. Le operazioni di voto si svolgeranno esclusivamente in presenza, al seggio allestito nella sede dell’Ordine, in corso Francia 8.
Nei giorni scorsi Giustetto ha inoltrato un appello al voto alla mailing list della Fimmg – la potente organizzazione dei medici di famiglia che rappresenta la sua enclave elettorale – in cui non ha usato sfumature per definire i suoi avversari, “con idee non allineate alle nostre rispetto a quelli che riteniamo essere i nostri valori fondanti, basati sempre su solide evidenze scientifiche, in ferma contrapposizione a teorie antiscientifiche di cui tutti conosciamo il pericolo”. Il riferimento è alla presenza di alcuni medici no vax (o ni vax) nelle liste “Mole” e “Comitato Torinese”, dove pure compaiono professionisti noti come l’ex senatrice di Forza Italia Maria Rizzotti, un tempo chirurgo plastico di fiducia di Silvio Berlusconi, in corsa per Comitato Torino, e Patrizia Presbitero, già primario di Cardiologia al Giovanni Bosco poi passata al gruppo Humanitas, vedova di Nerio Nesi, il banchiere di Craxi.
Ma la lista che più di tutte può contendere il successo a Giustetto – cui viene rimproverata anche l’eccessiva esposizione a favore del centrosinistra nelle ultime elezioni regionali, al punto da essere a lungo considerato il possibile alfiere della coalizione contro Alberto Cirio – è quella che si riunisce sotto tre parole d’ordine “Cambiamento, indipendenza, autonomia”. A guidarla è Rosella Zerbi, segretario uscente dell’Ordine, a dimostrazione di una faglia che si è aperta proprio nella coalizione di Giustetto. Con lei personaggi autorevoli del mondo sanitario come l'ex direttore generale dell'ospedale Mauriziano Maurizio Dall'Acqua. Se vincesse sarebbe la prima donna presidente dell’Ordine e a marcare ulteriormente l’attenzione per la rappresentanza femminile ci sono altre sette donne candidate (il 47%) nella sua lista, mentre l’attuale numero uno ne candida solo 3, il 20 percento, “in linea con la composizione medica di metà 900” si legge in una velenosa nota dei sostenitori di Zerbi.
Con la sua candidatura, Zerbi ha provocato una frattura profonda anche in due importanti sindacati come l’Anaao (l’Associazione degli aiuti e assistenti ospedalieri) e il Cimo, l’organizzazione che raggruppa medici, odontoiatri e veterinari e che ha in Domenico Bertero il suo rappresentante nella lista degli "scissionisti". La stessa Zerbi proviene dall’Anaao di Chiara Rivetti, la quale invece è in corsa al fianco di Giustetto con la prospettiva, tra quattro anni, di rilevarne il testimone (“e prolungare ancora la sua assenza dalle corsie” attaccano i suoi avversari).
Con Giustetto c’è, invece, tutto il gotha dei camici bianchi torinesi: il segretario regionale della Fimmg Piemonte Roberto Venesia, leader dei medici di famiglia, e poi il numero uno dell’Aaroi (anestesisti e rianimatori) Gilberto Fiore, la gia citata Rivetti, i due vicesegretari del Cimo, Savino Santovito e Vladimir Erardi Bacic e ancora Fernando Muià, a capo dei medici ambulatoriali, Sumai, e infine Renato Turra, al vertice della Fimp (pediatri) di Torino. Questa volta, però, il consenso, che i sindacati dovrebbero assicurare a Giustetto, secondo un’inusuale commistione tra ruoli, potrebbe non bastare.