Povera Cisl, bella senz'anima
Claudio Chiarle 06:00 Mercoledì 06 Novembre 2024
Una manovra da 27 miliardi basata sull’indebitamento pubblico, con il principale scopo di ridurre il deficit essendo ormai in procedura d’infrazione con la Ue, e risorse a disposizione sempre più scarne. Il Governo segue la “pancia” del suo elettorato ma non cura gli interessi del Paese e i sindacati si dividono tra governisti e oppositori. Ha ragione l’opposizione sostenendo che la priorità dei cittadini è la sanità e su questo bisognava investire seguendo il Paese reale e non quello elettorale e il Partito delle Privatizzazioni.
Dire, come fa la Cisl, che vanno bene le tre aliquote Irpef vuol dire dimenticare la propria vocazione e la Costituzione, che prevede la progressività della tassazione in base al reddito. Invece sosteniamo sempre più la tassa piatta anche per il lavoro dipendente. Gli ultimi venti anni di mobilitazione cislina sulla lotta all’evasione fiscale, da Bonanni a Furlan e ora Sbarra, sono naufragati nel nulla e nulla diciamo su un sistema fiscale in cui le tasse si pagano in base al settore merceologico di appartenenza e non al reddito. D’altra parte il documento finale del massimo organo della Cisl dedica due righe e mezzo, con una frase retorica, al tema della lotta all’evasione. E nulla diciamo anche su un concordato preventivo che ha ottenuto la metà di quanto previsto e che incentiva l’evasione.
Per mesi si è discusso di tassare un concetto astratto come gli extraprofitti salvo poi trovarci di fronte a un anticipo della tassazione delle banche. Forse sarebbe stato più utile sostenere e agevolare banche e assicurazioni nonché imprese virtuose nel campo energetico, sostenendo progetti che riducano le emissioni, compreso il nucleare di ultima generazione. Il mercato dell’auto crolla anche perché le case costruttrici non vendendo auto elettriche hanno ridotto anche la produzione delle endotermiche onde evitare le multe per sforamento parametri, dal 2025, con la prevista riduzione di emissioni di Co2 da 116 a 93,6 g/km. Purtroppo le politiche industriali e di indirizzo del Paese non esistono più e quel poco che il Governo fa lo distrugge egli stesso in modo compulsivo. Basti pensare alla quasi cancellazione del fondo per l’automotive.
Certo che il Governo poteva gestire meglio i pochi fondi a disposizione. Le priorità sono due: la scuola e la sanità, ovvero i giovani e gli anziani. Cura e cultura. E invece, come si può dare un giudizio positivo di questa manovra? C’è da sperare in qualche miglioramento? Poco o nulla, con solo 120 milioni messi per eventuali emendamenti e la voragine causata dal flop del concordato preventivo. Si aggiunga che la maggioranza è già pronta all’assalto alla diligenza mentre, giustamente, il Pd si concentra sulla sanità. Quindi cosa resterà per gli “emendamenti” sindacali se da una parte abbiamo Cgil e Uil in lotta e la Cisl accondiscendente? Giorgia Meloni, che è una buona stratega, ci farà “cuocere a bagnomaria” senza concedere nulla. Tornando alla mia Cisl, è paradossale la posizione sin qui assunta e ri-assunta in un volantone in cui lo spazio dedicato alle critiche e alle modifiche è simile, se non più ampio, a quello in cui si elencano le scelte positive.
“Gli sdraiati” di Michele Serra è un titolo che ben si addice alla Cisl di oggi. Sdraiati verso un Governo che, sulle due iniziative che hanno caratterizzato la gestione Sbarra (a cui nel febbraio del 2025 scade il mandato per limiti di età) non ha concesso nulla. Né sulla legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori, né sulla legge sulla non autosufficienza per gli anziani. La responsabilità non è però di Gigi come affettuosamente, anzi cortigianamente, i segretari e sodali lo chiamano ma proprio del gruppo dirigente intermedio che supinamente non alimenta più le sinapsi dello spirito cislino, riflessivo e costruttivamente critico, propositivo e dialettico. Se da un lato la Cgil sciopera in automatico seguita dalla Uil, dall’altro, la Cisl ha trasformato la sua autonomia dal governo in un posizionamento avulso da ogni strategia. Il documento unitario della primavera 2023, solo 18 mesi fa, era una base apprezzabile, apprezzata e condivisibile perché si è persa per strada? La Cisl è diventata come la canzone di Cocciante: bella senz’anima. Ci serve una rianimazione di massa, ma questa sanità non ci basta.