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Anci, Sala rilancia le primarie: voto tra Manfredi e Lo Russo

Il sindaco di Milano dopo aver mandato all'aria i piani del Nazareno (e di Bettini) non vede altra soluzione per uscire dallo stallo delle due candidature contrapposte. Una consultazione interna alla delegazione di centrosinistra, come avvenne nel 2011

È stato il primo a lanciare il sasso nello stagno del Pd, scatenando un inatteso maremoto e mandando all’aria i piani del Nazareno per la presidenza dell’Anci. Ora a detta di Beppe Sala non resta che far votare i delegati del centrosinistra sui due candidati in corsa: il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e quello di Torino Stefano Lo Russo. Nord contro Sud, campo largo giallorosso contro alleanza riformista, vertici nazionali contro amministratori locali: si presta a più letture la sfida che potrebbe svolgersi alla vigilia dell’assemblea in programma a Torino tra una settimana, dal 20 al 22 novembre.

L’inquilino di Palazzo Marino, che nella sua polemica aveva puntato il dito su decisioni prese “nel salotto di Goffredo Bettini”, il gran burattinaio del Pd romano a casa del quale sarebbe stata definita la designazione dell’ex rettore della Federico II alla guida di via dei Prefetti, ha insomma riaperto inaspettatamente i giochi che fino a qualche settimana fa sembravano chiusi, peraltro con il suggello di ampi settori dem: dall’ex presidente Anci Antonio Decaro a Matteo Ricci, a gran parte dei mammasantissima del partito. “Sarebbe meglio se il nome fosse definito dai sindaci e non dalle segreterie di partito – ha ribadito oggi Sala a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Bicocca –. Mi pare che l’ipotesi di fare una veloce primaria, non il giorno delle elezioni ma prima, possa avere senso”. Anche a fronte dei consensi in calo su Manfredi da parte del centrodestra, per nulla intenzionato a offrire un palcoscenico di primaria importanza come l’Anci a un potenziale candidato presidente della Regione Campania. Lo Russo con il suo fare sornione ha nel frattempo tessuto la sua tela anche nel campo avverso e grazie alla solida relazione con il governatore forzista Alberto Cirio sarebbe riuscito a portare dalla sua il sostegno addirittura della premier Giorgia Meloni che considera il primo cittadino di Torino meno pericoloso del suo collega partenopeo. Ma la partita è tutta in casa del centrosinistra.

A quanto si racconta Elly Schlein, nonostante guardi con maggior favore a Manfredi, si è finora sottratta dal dare indicazioni, rimandando la decisione a dopo le elezioni regionali di questo fine settimana, ovvero a ridosso dell’assemblea. Troppo, secondo molti sindaci, da qui l’idea delle primarie interne da celebrarsi magari online. Una riedizione di quanto successe nel 2011 a Brindisi, quando il Pd si presentò spaccato tra Michele Emiliano, all’epoca sindaco di Bari, e Graziano Delrio, allora primo cittadino di Reggio Emilia. “Insomma – ha concluso Sala – se i sindaci dicono la loro, poi che sia uno o l’altro, essendo due persone di assoluto livello, è già facile per tutti accettarlo. Se è una decisione che non viene presa dai sindaci, poi qualche mal di pancia lo suscita”.

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