Sindacati agenti carceri Piemonte, siamo pochi, troppi detenuti

I sindacati della polizia penitenziaria sono intervenuti stamani nel consiglio regionale del Piemonte convocato in modalità straordinaria e aperta sul tema della situazione delle carceri, dopo che è stato registrato ieri l'ultimo episodio di aggressione in una struttura, a Cuneo. A parlare, tra gli altri, sono stati il segretario regionale del Sappe, Vicente Santilli, il vicesegretario generale dell'Osapp, Maurizio Dalmasso, il segretario regionale del Sinappe, Raffaele Tuttolombardo, insieme a esponenti della Polpen Uil-Pa, della Cgil-Fp, del Cnpp, della Cisl-Fns e della Uspp. "Il personale di polizia penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro e dalle ripetute aggressioni fisiche e verbali ai danni degli agenti". A dirlo è stato Santilli, che ha parlato poi del "problema dei detenuti psichiatrici come della più importante emergenza negli istituti di pena". Ha poi lodato le disposizioni in materia di sicurezza emanate dal governo, sottolineando che sono arrivate mentre la situazione presenta sovraffollamento, carenza di personale, strutture fatiscenti, carenza di risorse economiche, sovraffollamento, ovvero 4.365 detenuti rispetto a una capienza regolamentare di 3.720, e "discutibili scelte operate dagli organi del dipartimento". Droga e cellulari all'interno dei penitenziari sono altri problemi evidenziati. Tuttolombardo ha sottolineato tra i problemi la carenza di personale e il sovraffollamento, insieme ai "turni massacranti. A volte fino a ventiquattr'ore di servizio. Purtroppo così facendo - ha sottolineato, nonostante l'imepgno del governo, si è persa la dignità". Ha chiesto quindi al consiglio regionale di rappresentare il problema al governo, mentre ha domandato al consiglio stesso di occuparsi delle questioni di sanità che riguardano i detenuti, "evitando spostamenti senza un valido motivo". Ha chiesto infine il "trasferimento in strutture idonee" per i detenuti psichiatrici Sono intervenuti poi il responsabile della commissione carcere e sorveglianza della camera penale Vittorio Chiusano, Davide Mosso, e il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, Mario Antonio Galati, che ha parlato del Piemonte come di un distretto "non dei più attrezzati e all'avanguardia".

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