Inchiesta su coop di gettonisti: 4 Pronto Soccorso a rischio
Stefano Rizzi 07:00 Giovedì 05 Dicembre 2024Gli ospedali di Novi Ligure, Acqui Terme, Casale Monferrato e Ovada potrebbero restare senza medici nell'emergenza. Per i carabinieri inviati da Anac la Kairos avrebbe fatto intermediazione di manodopera. Il presidente minaccia di interrompere i servizi
Quattro Pronto Soccorso, i servizi medici di due carceri e un reparto ospedaliero in provincia di Alessandria rischiano di restare senza medici nel giro di pochi giorni. La cooperativa Kairos che fornisce i gettonisti che coprono i turni nei Pronto Soccorso di Novi Ligure, Acqui Terme, Ovada e Casale Monferrato dove sopperisce anche alla carenza di medici della neurologia, oltre che per le due case di reclusione del capoluogo, ha ricevuto dai carabinieri del Nucleo Tutela del Lavoro la comunicazione dell’avvio di un procedimento penale per intermediazione di manodopera.
Il provvedimento non contempla misure sospensive dell’attività, ma è lo stesso presidente della cooperativa Antonio De Luca, contestando le accuse, a paventare concretamente l’ipotesi di interrompere tutti i servizi che la cooperativa ha in corso in virtù egli appalti ricevuti, dopo aver vinto le gare, dall’Asl di Alessandria. “Ho già chiesto alle istituzioni di fare chiarezza rispetto a questa vicenda – spiega De Luca, interpellato dallo Spiffero – diversamente dovrò comunicare al prefetto di Alessandria, spiegare la questione e rappresentare che se esistono situazioni di illegalità non possiamo continuare a fornire i servizi”.
L’allarme rosso è scattato nel giro di poche ore nell’Asl diretta da Luigi Vercellino e altrettanto rapidamente ha raggiunto il grattacielo della Regione dove già ieri pomeriggio si è svolta una riunione con il direttore regionale della Sanità Antonino Sottile e altri dirigenti. La posta in gioco è altissima, frenetici le consultazioni dei legali, anche se dalla Regione si tende ad allontanare lo scenario evocato dal vertice della coop anche con l’evidente scopo di trovare supporto, come peraltro dichiarato, dalle istituzioni.
La vicenda è, comunque, complessa, potenzialmente esplosiva e probabilmente destinata a non rimanere isolata. Tutto parte dall’ispezione disposta dall’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione che lo scorso luglio aveva portato negli ospedali dell’azienda sanitaria alessandrina una quarantina tra carabinieri, ispettori dell’Inps e funzionari della stessa Anac. Documenti consultati e acquisiti, decine di testimonianze raccolte tra i medici in servizio, poi a settembre ulteriori richieste i chiarimenti alla cooperativa, fino alla comunicazione arrivata ieri in cui viene ipotizzata l’intermediazione di manodopera, vietata dalla legge, contestata a Kairos, ma non all’Asl.
“Nel quadro del contratto così destrutturato dei requisiti di legge – scrivono i carabinieri – i fatti sopra descritti integrano la fattispecie – poi vengono citati i riferimenti normativi – avendo la Kairos società cooperativa sociale realizzato un appalto non genuino in mancanza dei requisiti previsti dalla normativa”. Nel dettaglio si fa riferimento, tra l’altro, alla non completa assunzione del rischio di impresa da parte della coop, alla commistione di personale dipendente dell’Asl con quello fornito da Kairos, alla facoltà della stessa azienda sanitaria di intervenire sulla scelta dei gettonisti ed eventuali loro sostituzione. Un rilievo, quest’ultimo, che lascia perplessi anche alla luce di episodi accaduti in diverse circostanze e con soggetti diversi quando alcune cooperative fornirono professionisti inadeguati, addirittura in un caso sospesi dall’Ordine.
Una novantina di medici, attività svolta praticamente solo nella provincia di Alessandria “per scelta” come precisa De Luca, la coop copre praticamente tutto il fronte dell’urgenza dell’Asl, eccetto che per l’ospedale di Tortona dove un altro appalto esterno ha affidato la struttura a un raggruppamento di cooperative e società di servizi per nove anni e un costo di supera i 50 milioni di euro. In entrambi i casi alla base del ricorso all’esterno c’è sempre la carenza di medici. E l’Asl alessandrina è quella costretta a fare il maggior ricorso, in Piemonte, a questo sistema. Forse anche questo ha portato l’Anac a disporre l’ispezione dell’estate scorsa anche se altre ce ne sono state in grandi aziende ospedaliere piemontesi. Quattro mesi dopo è arrivata la contestazione dell’intermediazione di manodopera, contro la quale Kairos può presentare le sue controdeduzioni, oppure chiudere la vicenda con una sanzione pecuniaria che si aggirerebbe attorno ai 30mila euro.