"Finita la stagione degli splendori, Torino ritrovi una sua vocazione"
16:00 Martedì 10 Dicembre 2024L'amarcord di Mariella Cerutti, erede della storica famiglia produttrice delle prime rotative italiane, e vedova del notaio Marocco. Nel salotto della sua bella casa all'ultimo piano del grattacielo di via Pietro Micca guarda al passato. Con poesia
Una città allo specchietto retrovisore. “Amo molto Torino, è una città che ho sempre amato e stimato. Vivo male questo periodo e soffro perché tutto sembra disfarsi. È finita una certa Torino, il periodo degli splendori che anch’io ho vissuto”. C’è nostalgia nelle parole che Mariella Cerutti affida all’Ansa seduta nel salotto della sua bellissima casa, all’ultimo piano del grattacielo di via Pietro Micca a Torino, dove a lungo, con il marito, il notaio Antonio Maria Marocco, ha ricevuto banchieri, scrittori, intellettuali, da Marella Agnelli alla principessa Margaret, sorella della Regina Elisabetta. Classe 1948), erede di una famiglia imprenditoriale che dalle costruzioni meccaniche divenne pioniera delle macchine da stampa rotocalco. Fondata nel 1920 da Giovanni, divenne presto un perno dell’editoria italiana ed europea. Lo storico Tempo, un settimanale che veniva stampato a Milano, Famiglia Cristiana, la casa editrice Mondadori furono le prime a installare una rotativa Cerutti di grandi dimensioni. E tanti altri seguirono: Life, Der Spiegel, il National Geographic, Playboy, Paris Match, L’Espresso, Panorama. Fino al triste epilogo, la chiusura e lo smantellamento.
Mariella Cerutti ha sempre coltivato però le sue passioni letterarie. Poetessa e autrice di romanzi, con il marito ha animato uno dei pochi cenacoli della città, esclusivo quanto influente, dove mondanità e relazioni si fondevano secondo il tradizionale understatement sabaudo. Quello stile che Marocco, notaio di sistema, compagno di scuola di Carlo De Benedetti e di Umberto Agnelli, una sterminata lista di cariche (dallo Ior alla presidenza della Fondazione Crt), ha incarnato nella vita pubblica fino all’aprile di due anni fa, quando all’età di 88 anni, ha lasciato l’amata compagna di vita.
Un piccolo mondo antico ormai consegnato agli almanacchi. “Non so se ci saranno soluzioni, se ci sarà un nuovo periodo di creatività. Ho la speranza che Torino rinasca per altre cose, che trovi una nuova vocazione”, spiega Mariella Cerutti che, in quello stesso salotto, presenta il nuovo libro Poesie 2003-2024. “Un’auto-antologia anomala in cui non c’è una sequenza cronologica di scritti e poesie. Più di vent'anni di attività poetica organizzata tematicamente” spiega Antonio Riccardi, ex direttore letterario di Mondadori e oggi alla guida della casa editrice Sem. I primi tre libri – Nuvole di nulla (2003), La verità del dubbio (2008) e La devozione e lo smarrimento (2012) – sono usciti con Mondadori. Nel nuovo volume ci sono anche molti inediti disposti qua e là secondo il tema.
Nelle poesie ci sono le persone che Mariella – autrice anche del romanzo Fratelli allo specchio – ha amato, che oggi non ci sono più ma ricompaiono. La prima, quella che apre il libro, si intitola Amore mio ed è dedicata al marito: “Era un uomo straordinario, meraviglioso. Non ha mai espresso giudizi sulla mia poesia. Ascoltava e mi diceva “Vai avanti”. Forse pensava che dovessi andare avanti anche senza di lui”, spiega commossa Mariella. Nel libro, che ha una postfazione di Vivian Lamarque, c’è un senso di inquietudine, di attesa. C’è la morte immaginata come una bambina. E c’è il luogo del cuore, fonte di ispirazione, la cittadina toscana Cetona, a cui è dedicata una sezione. “A Cetona c’è la solitudine che mi ha permesso di scrivere. È lì che tornerò per scrivere ancora”, spiega. Mariella Cerutti che ha creato il premio letterario biennale “Cetona Verde Poesia”.


