LA SACRA FAMIGLIA

"Ho provato a far pace con mia madre". Putin ospite degli Agnelli a Villar Perosa

Elkann rivela di aver "moltiplicato i tentativi di conciliazione" con mamma Margherita: "È una persona naturalmente violenta, piena di risentimento". E torna a parlare delle violenze subite con i fratelli. Il rapporto tra il patrigno e lo zar Vladimir

“Ho moltiplicato i tentativi di conciliazione nella speranza di ritrovare la pace, l’ultimo dopo il decesso di mia nonna. Ho fatto visita a mia madre”. John Elkann rivela di aver provato a ricostruire i rapporti con mamma Margherita nel lungo reportage del settimanale Le Point dal titolo “Nel mondo segreto di John Elkann”, in cui l’autrice Beatrice Parrino ripercorre le tappe della sua carriera fino ad arrivare all’attualità.

L’articolo dedica ampio spazio alla vicenda dell’eredità Agnelli, una guerra famigliare che dura da 20 anni. I fratelli Elkann riferiscono del comportamento della madre che cercava di convertire i figli alla religione ortodossa. Elkann parla di “fanatismo religioso, bigottismo. Voleva farci aderire all’universo ortodosso di suo marito – dice a proposito di Serge de Pahlen, il patrigno – e imporcelo, in un certo senso, perché lui ci accettasse. Invano”. La sorella Ginevra dichiara: “Mia madre era una donna dai nervi fragili”. E sul rapporto della madre con il fratello John, ancora Ginevra aggiunge: “Nel momento in cui lui aveva più bisogno di lei, quando si è ritrovato solo con Fiat, lei gli ha voltato le spalle”.

Sulla madre, John Elkann torna a descriverla con severità: “È una persona naturalmente violenta, piena di risentimento. Denigrava nostro padre. Il dialogo è impossibile con lei. Di fronte a questa incapacità, sfociava nella violenza, verbale o fisica. Non sopporta di non avere ragione. La minima opposizione finiva con una punizione. La situazione è peggiorata con la sua nuova vita: avere questi tre figli da un precedente matrimonio era un problema”. Alla domanda: se si trattasse di schiaffi Elkann risponde: “Di più. Più di tutti, è stato Lapo a subire”. Aspetti che lo stesso presidente di Stellantis aveva già rivelato in una recente intervista ad Avvenire: “Insieme ai miei fratelli Lapo e Ginevra fin da piccoli abbiamo subito violenze fisiche e psicologiche da parte di nostra madre. Ed è questo che ha creato un rapporto protettivo da parte dei nostri nonni”.

Margherita, quando si innamora di Serge, si converte con decisione alla Chiesa ortodossa e pretende che i figli si esercitino nelle preghiere. “Se i bambini si rifiutavano di pregare, spesso Margherita si arrabbiava, il che creava un’atmosfera tesa e disfunzionale, in cui non si sentivano accolti”, scrive Jennifer Clark, nel libro L’ultima dinastia. “Venivano mandati ai campi estivi ortodossi nel sud della Francia, luoghi in cui ogni giorno si alzava la bandiera imperiale della Russia zarista, con l’aquila a due teste. I tre piccoli Elkann si sentivano fuori posto nella comunità ortodossa e venivano considerati degli outsider per via delle loro radici cristiane ed ebraiche”.

Inoltre, un’altra scena riaffiora dal passato. Si svolge a Villar Perosa, culla degli Agnelli. “La proprietà familiare è piena di gente; Gianni è lì, sua moglie anche, così come Margherita e Serge de Pahlen. Un ospite di quest’ultimo fa conversazione a bordo piscina. Era Vladimir Putin”. È un fatto inedito ricostruito dal settimanale Le Point. Nelle 13 pagine del reportage, realizzato nel corso di diversi mesi, si ripercorre le tappe della carriera di Elkann fino ad arrivare ai giorni nostri.

In verità, i rapporti tra il conte decaduto de Pahlen e gli oligarchi del Cremlino sono noti da tempi. Al centro del libro di Catherine Belton, ex corrispondente da Mosca del Financial Time, Gli uomini di Putin, tradotto in Italia dalla Nave di Teseo nel 2020. Margherita conosce de Pahlen a Londra e lo sposa nel 1981, dopo la separazione da Alain Elkann, e con lui fa altri cinque figli (Pietro, Sofia, Maria, Anna e Tatiana). Nel suo libro, Belton lo descrive così: “Un uomo alto e curvo, con le sopracciglia spesse e severe e la fronte ampia, è uno degli amici più cari di Putin. Viene da una delle famiglie più nobili della Russia”. Vicino a Jean Goutchkoff, banchiere e aristocratico anche lui, e parte di quel grande gruppo di émigrés le cui famiglie scapparono a Parigi durante la rivoluzione bolscevica, e che tuttora rimpiangono l’impero. Ma c’era qualcuno che non si limitava a rimpiangere, e nel frattempo faceva la spia per Mosca. “De Pahlen, insieme con Aleksandr Trubeckoj, figlio di un principe russo, era entrato a far parte di una rete gestita da Igor’ Šegolev, futuro ministro delle comunicazioni di Putin, che all’epoca lavorava sotto copertura per il Kgb come corrispondente a Parigi dell’agenzia di stampa statale sovietica Tass”, si legge sempre nel libro.

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