ECONOMIA DOMESTICA

Industriali in pressing su Cirio: che fine ha fatto il fondo automotive?

L'export rallenta da sette trimestri e gli imprenditori piemontesi sono pessimisti. Secondo l'Unione di Torino serve più che mai la misura promessa dal governatore per i cassintegrati delle aziende dell'auto, ma finora rimasta sulla carta. Venerdì incontro con la giunta

"Io non sono particolarmente felice oggi, perché commentare dati non brillanti non è mai bello". Con queste parole il presidente di Confindustria Andrea Amalberto, in carica da soli sei mesi, ha cominciato a commentare la prima indagine congiunturale sull'economia di Torino e del Piemonte nel 2025. Le aspettative degli industriali subalpini sono sotto i tacchi: Biella è l'unica provincia dove cresce l'ottimismo, nelle altre province "va per tutti un po' peggio".
 
Nell'indagine che ha riguardato 1.300 aziende piemontesi prevalgono aspettative di riduzione della produzione (col saldo ottimisti/pessimisti al -4,6%), male anche le attese sugli ordini (-6%), redditività (-8,2%) ed esportazioni (-9%). Le aspettative dei singoli settori sono in calo (-21,8%), ma il peggiore è l'automotive (-27,1%), mentre va decisamente meglio, o comunque meno peggio, nella chimica (-4%), gomma plastica (-4,7%) e nel cartario grafico (-3,7%). Tengono però gli investimenti, che rientrano nei programmi di quasi i tre quarti degli intervistati, fra cui il 23,6% preannuncia l’acquisto di nuove attrezzature. Investimenti che, secondo Amalberto, anche nel 2025 rappresentano la migliore politica industriale possibile.
 
Una situazione nella quale serve più che mai il fondo per i lavoratori della mobilità promesso a ottobre 2024 dal governatore del Piemonte Alberto Cirio. Una "cassa" che dovrebbe avere una dotazione di 10 milioni di euro recuperati dai fondi Fsc e che doveva essere declinata nei dettagli già a novembre dell'anno scorso. Ma nell'ultima variazione di bilancio dell'anno passato, che ha comunque cubato 80 milioni, non si è vista. E adesso gli industriali cominciano a essere impazienti, visti i chiari di luna di una situazione economica che definire in stallo è un complimento.
 
 
"Il mio compito è esprimere delle posizioni, quello della politica è fare delle scelte", afferma il presidente dell'Unione industriali Marco Gay a margine della conferenza stampa di questa mattina: "C'è bisogno di fare in fretta". Le scelte della politica devono arrivare in tempo utile visto che il fondo serviva per "arrivare al 2026", nelle parole di Cirio. L'anno prossimo infatti si attende l'arrivo della 500 ibrida a Mirafiori per aumentare la produzione di un impianto che da anni va avanti a mezzo servizio.
 
Una misura che, nell'intenzione di Cirio e della vicepresidente Elena Chiorino, assessora al Lavoro che si occuperà della misura a sostegno dei cassintegrati dell'automotive, dovrebbe essere garantita dai fondi europei, in particolare l'Fse. Venerdì i rappresentanti degli industriali incontreranno Cirio, Chiorino e l'assessore allo Sviluppo economico Andrea Tronzano. Un tavolo dal quale si attendono finalmente chiarezza sulla misura anticipata mesi fa dal governatore.