Messina ammicca a Musk (e Meloni). Intesa investe in criptovalute
12:10 Martedì 14 Gennaio 2025Operazione da un milione di dollari in bitcoin. "Un test" spiega il ceo ma è una mossa che potrebbe contagiare tutto il sistema bancario italiano: è la prima volta che un istituto di credito italiano acquista monete virtuali. Un segnale a Palazzo Chigi
Intesa Sanpaolo, la principale banca del Paese, ha ufficialmente fatto il suo ingresso nel mercato delle criptovalute. “Noi siamo la prima banca italiana” ad aver investito in bitcoin, “ormai siamo leader europeo in termini di market cap. Quindi non dovrebbe stupire se facciamo quello che fanno tutte le altre banche nel mondo. Peraltro, sono importi limitatissimi, perché. abbiamo 100 miliardi di euro di portafoglio titoli; quindi, un milione di euro è un esperimento, è un test”. Carlo Messina spiega così l’operazione di cui si è avuta notizia ieri sui social grazie allo screenshot di una mail interna firmata da Niccolò Bardoscia, head of digital assets trading & investments della banca.
Nella comunicazione, il manager ha annunciato il completamento del primo trade su Bitcoin, per un valore di un milione di dollari corrispondente a 11 Bitcoin. “Con la speranza che sia solo l’inizio”, ha scritto Bardoscia. La conferma oggi dallo stesso ceo a margine della presentazione del rinnovo dell’accordo tra Intesa e Confindustria, su transizione 5.0 e intelligenza artificiale al fine di promuovere la competitività delle imprese in Italia e a livello internazionale
Un’operazione che rappresenta un primato non solo per la banca guidata da Messina, ma per tutto il sistema bancario italiano: è la prima volta che un istituto di credito italiano acquista criptovalute. “Questo credo che dimostri – aggiunge – come ci può essere un’attenzione verso i canali digitali molto, molto limitata in termini di investimento, ma soprattutto pronti nel caso in cui alcuni clienti particolarmente sofisticati chiedessero di effettuare di queste forme di investimento”. Con tutte le cautele del caso. “Però – precisa lo stesso Messina – permettetemi di ribadire che io stesso personalmente lo ritengo una forma di investimento che deve essere riservata a operatori istituzionali e a clienti veramente con grandissima professionalità e grandissime skill. Io stesso non investo in Bitcoin” conclude.
Questo passo potrebbe indicare un cambio di atteggiamento verso le criptovalute da parte delle autorità regolatorie italiane. La notizia arriva a pochi giorni dall’entrata in vigore della MiCAR, il regolamento europeo dedicato alle cripto-attività, che mira a creare un quadro normativo chiaro e armonizzato per il settore. Inoltre, il contesto internazionale potrebbe giocare un ruolo decisivo: il 20 gennaio, Donald Trump tornerà alla Casa Bianca con l’intento dichiarato di trasformare gli Stati Uniti nella capitale mondiale delle criptovalute. In Italia, l’approccio alle criptovalute si intreccia anche con la politica. Come fa notare Milano Finanza, rapporti personali tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed Elon Musk, noto sostenitore del settore cripto, potrebbero aver influenzato indirettamente il nuovo corso. Solo pochi mesi fa, il governo aveva proposto un aumento della tassazione sulle plusvalenze da criptovalute dal 26% al 42%. Tuttavia, grazie all’opposizione di un gruppo di parlamentari, la misura è stata rimandata al 2026 e l’aliquota massima prevista è scesa al 33%. Non è escluso che alla fine si mantenga l’attuale 26%, equiparandola alle plusvalenze azionarie.
L’ingresso di Intesa Sanpaolo nel mondo cripto potrebbe stimolare l’interesse di molti risparmiatori italiani, tradizionalmente più conservatori. Secondo un rapporto della Fabi, a novembre 2024, circa 1,35 milioni di italiani possedevano criptovalute per un valore complessivo di 2,2 miliardi di euro. L’acquisto effettuato da Intesa Sanpaolo alle ore 11 di lunedì, quando il Bitcoin era quotato a 92.800 dollari, ha già registrato un incremento significativo: alle 22.40 dello stesso giorno, il valore era salito a 94.025 dollari. Sarà interessante osservare come evolverà il mercato e se altre istituzioni seguiranno l’esempio. Per ora, il messaggio è chiaro: le criptovalute non sono più una realtà marginale, ma stanno entrando a pieno titolo nel sistema finanziario tradizionale.