Sanità, rosso da 100 milioni:
un piano per tagliare la spesa
Oscar Serra 07:00 Mercoledì 15 Gennaio 2025
Inizia la discussione sul bilancio della Regione Piemonte ma tra due settimane sarà già necessario un emendamento per coprire il disavanzo. Il 2024 è andato ora però Cirio e Riboldi dovranno trovare il modo per ridurre i costi (e fare meno propaganda)
Appena approvato in giunta, il bilancio di previsione della Regione Piemonte è già pronto per alcune sostanziali modifiche. Tutto dipenderà da come si chiuderanno i conti della Sanità e quale sarà l’entità del disavanzo di Asl e Aso: il responso è atteso entro la fine di gennaio, l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano è già al lavoro per individuare almeno 50 milioni di euro per tamponare l’emorragia (ed è al momento l’ipotesi più ottimista). Cifra analoga era già stata appostata nell’assestamento varato lo scorso autunno, l’auspicio è che le perdite complessive relative al 2024 non vadano oltre i 100 milioni di euro per evitare di dover intervenire in modo ancor più invasivo sulle politiche dei vari assessorati.
Finora infatti la giunta di Alberto Cirio ha utilizzato i fondi europei per evitare i tagli laddove è stata costretta a prelevare risorse proprie per coprire le perdite della sanità. Ma anche quelli non sono infiniti per quanto la nuova programmazione 2021-27 abbia incrementato in modo significativo sia il Fesr (passato da 966 milioni a 1,5 miliardi) sia l’Fse (da 872 milioni a 1,32 miliardi). Alcune entrate straordinarie, inoltre, hanno letteralmente drogato il sistema e infatti se, per la prima volta, la giunta di centrodestra è riuscita a finanziare tutti gli idonei per le borse di studio universitarie è anche grazie al Pnrr, che però dal prossimo anno non ci sarà più.
Ma torniamo alla sanità, perché è quella la vera idrovora delle casse regionali. Già nel 2023 il sistema sanitario piemontese ha registrato perdite per quasi 228 milioni di euro (la peggiore performance dopo la Toscana), coperte in buona parte con 194 milioni, frutto degli utili residui della Gestione sanitaria accentrata (Gsa) accumulati dal 2014 ad oggi. Ora che anche quel tesoretto si è esaurito ogni euro di rosso che registreranno Asl e Aso dovrà essere coperto attingendo dal turismo, dalla formazione, dal welfare e via discorrendo. Con grande scorno degli assessori competenti. E guai a pensare che l’incremento del fondo nazionale possa essere la risposta perché quello rischia di evaporare tra farmaci innovativi, rinnovi contrattuali, nuove assunzioni e riforma del tariffario delle prestazioni in convenzione con il privato.
Ormai, per quanto riguarda il 2024 quel che è fatto è fatto e sarà compito delle Risorse finanziarie trovare le risorse per tappare il buco, qualunque sia la sua entità. Ma per il 2025 cos’ha in mente l’assessore Federico Riboldi per ridurre questa voragine? Certo, ai piani alti del grattacielo c’è ancora chi si mangia le mani per l’eliminazione del ticket sui farmaci, che Sergio Chiamparino fece passare a ridosso delle urne come estremo tentativo di invertire il corso delle elezioni nel 2019. Cirio potrebbe reintrodurlo ma in un clima di campagna elettorale permanente pare a tutti impossibile che il governatore possa prendere una tale decisione.
Al 24° piano del grattacielo, nel quartier generale dell’assessorato alla Sanità, il direttore Antonino Sottile ha il compito di individuare una serie di operazioni in grado di riportare in equilibrio i conti di ospedali e aziende sanitarie piemontesi ma tra la chiusura di un punto nascite da una parte e l’introduzione di un ticket dall’altra, deve fare i conti con la politica. A comincia dall’assessore meloniano Riboldi che potrebbe non essere granché dell'avviso. D’altronde lui, che con orgoglio si definisce “il sindaco della sanità” – mostrando una visione da cinta daziaria – si prenderà mai la briga di chiudere un reparto o riorganizzare un presidio? Domanda retorica e risposta scontata. Il rischio, però, è che nel 2025 il buco raddoppi e a quel punto sarà dura metterci una pezza.